La dottoressa Mandy Cohen, nuova direttrice dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), ha recentemente condiviso i suoi pensieri sull’aborto negli Stati Uniti durante un’intervista al TIME. Alla domanda su una recente sentenza del tribunale che ha confermato le protezioni sulla sicurezza del mifepristone, il primo farmaco del regime della pillola abortiva, la Cohen ha espresso disappunto e ha sottolineato il suo impegno per garantire alle donne l’accesso all’assistenza sanitaria e alle cure mediche.
Tuttavia, l’aborto non è una forma di assistenza sanitaria o uno strumento per controllare o prevenire le malattie. L’aborto è l’uccisione intenzionale e diretta di esseri umani innocenti prima della nascita. Non tratta alcuna condizione di salute e non protegge la salute di nessuno. Anche se ci possono essere casi in cui una gravidanza deve essere interrotta per salvare la vita o la salute di una donna, l’attenzione dovrebbe essere rivolta a far nascere il bambino, non a ucciderlo.
Gli studi hanno dimostrato che l’aborto può avere effetti negativi sulla salute mentale delle donne, tra cui sensi di colpa, depressione, ansia e pensieri suicidi. Bisogna anche considerare i pericoli fisici dell’aborto, in particolare della pillola abortiva. È stato riscontrato che la pillola abortiva è quattro volte più pericolosa di un aborto chirurgico nel primo trimestre, e le visite al Pronto Soccorso legate all’aborto sono aumentate in modo significativo.
L’aborto non è un’assistenza sanitaria; è la fine deliberata della vita di un bambino pre-nato. È importante avere informazioni accurate e dare priorità al benessere e alla dignità della madre e del bambino in queste discussioni. È chiaro che i vertici dell’industria sanitaria e medica hanno capitolato completamente a un’agenda di profitto con il costo di vite umane.