La corte d’appello di Guam conferma il requisito della presenza di persona per le consultazioni sull’aborto

L'abolizione del requisito di presenza potrebbe potenzialmente aumentare i rischi per la salute delle donne, in quanto gli studi hanno dimostrato che l'uso di farmaci abortivi è associato a un maggior numero di complicazioni rispetto a quanto spesso sostenuto dagli attivisti dell'aborto.

Photo: Wikipedia

Guam potrebbe presto iniziare ad applicare una legge di lunga data che richiede ai medici di fornire consultazioni di persona per gli aborti, a seguito di una sentenza della Corte d’Appello del Nono Circuito. La legge, in vigore dal 1990, è stata contestata dagli abortisti delle Hawaii che vogliono vendere farmaci abortivi online. Un giudice federale aveva precedentemente bloccato l’applicazione della legge. Tuttavia, la corte d’appello ha ribaltato la sentenza, affermando che le consultazioni online sono un “cattivo sostituto” dell’assistenza medica di persona.

Il tribunale ha sottolineato che Guam ha il diritto di emanare leggi che ritiene siano nell’interesse del suo popolo. Hanno anche evidenziato il ruolo delle legislature, piuttosto che dei giudici, nel decidere se consentire, vietare o regolamentare gli aborti. I giudici hanno inoltre affermato che l’assistenza medica di persona è generalmente superiore alle consultazioni online.

Sebbene Guam non abbia più un abortista sull’isola dal 2018, due medici delle Hawaii che hanno la licenza vogliono vendere farmaci abortivi ai residenti tramite ordini per posta. Tuttavia, non possono fornire consulenze di persona a causa della loro distanza geografica, il che li porta a contestare il requisito della presenza di persona.

La sentenza ha suscitato reazioni da entrambe le parti del dibattito sull’aborto. L’ACLU, che rappresenta i fornitori di aborti, ha pronunciato la solita frase vuota, secondo cui il requisito della presenza di persona danneggia la salute delle donne. Al contrario, il Procuratore Generale di Guam, Doug Moylan, ha affermato che i residenti del territorio sostengono le leggi che proteggono le madri e i bambini non nati dall’aborto.

L’esatta tempistica di attuazione della sentenza rimane incerta e si prevede che l’ACLU ricorra in appello. Inoltre, un senatore ha recentemente presentato una proposta di legge per abrogare il requisito di presenza, sostenendo che tali consultazioni non sono necessarie.

Tuttavia, la verità è che la fine dell’obbligo di presenza potrebbe potenzialmente aumentare i rischi per la salute delle donne, in quanto gli studi hanno dimostrato che l’uso di farmaci abortivi è associato a un maggior numero di complicazioni rispetto a quanto spesso sostenuto dagli attivisti dell’aborto. La FDA ha collegato il farmaco abortivo mifepristone a molteplici decessi, e c’è stato un aumento delle visite al pronto soccorso per complicazioni legate all’aborto. Alcuni medici hanno anche riferito di esperienze penose in cui le donne partoriscono i feti abortiti a casa dopo aver preso le pillole abortive.

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