L’ex nuotatrice NCAA Riley Gaines critica Megan Rapinoe e Alex Morgan per il loro sostegno agli atleti transgender nello sport femminile.

L’ex nuotatrice NCAA Riley Gaines ha criticato le giocatrici della Squadra Nazionale Femminile degli Stati Uniti Megan Rapinoe e Alex Morgan per il loro sostegno agli atleti transgender che partecipano agli sport femminili, definendolo “falso” e “virtuoso”. In un’intervista a “Fox & Friends”, Gaines ha espresso la sua convinzione che Rapinoe e Morgan stiano ignorando le opportunità che hanno ricevuto dallo sport femminile, mentre sostengono l’inclusione degli atleti transgender. Ha sostenuto che la loro posizione è in realtà esclusiva piuttosto che inclusiva.

Rapinoe e Morgan hanno entrambe espresso pubblicamente il loro sostegno alle atlete transgender nello sport femminile. Rapinoe ha co-firmato una lettera che si oppone alla legge sulla protezione delle ragazze e delle donne nello sport, mentre Morgan ha espresso il suo sostegno ai ragazzi transgender che praticano sport secondo la loro identità di genere. Ritengono che l’inclusività sia fondamentale e che le preoccupazioni sui vantaggi ingiusti debbano essere riconsiderate alla luce dell’impatto sulla vita delle persone.

Gaines, nota per la sua difesa dello sport femminile, ha condiviso il suo punto di vista dopo aver pronunciato un’emozionante dichiarazione di apertura all’udienza del Senato sulla difesa dei diritti civili degli americani LGBTQ+. Ha raccontato la sua esperienza di gara contro l’atleta transgender Lia Thomas e ha espresso la preoccupazione di condividere lo spogliatoio con Thomas. Gaines ha messo in discussione le linee guida che hanno permesso a Thomas di entrare nello spogliatoio e ha criticato la decisione di rendere gli spogliatoi unisex senza avvisare gli atleti.

Gaines ha sottolineato che la sua esperienza non è isolata, ma riflette un problema più ampio in tutto il Paese, dove genitori, allenatori e giocatori lottano per difendere le atlete biologiche. Ha avvertito che questo problema va oltre l’equità, toccando la libertà di parola e la necessità di una voce per difendere lo sport femminile.

Exit mobile version