L’appello di Trump ai pro-lifer: «Andate a votare!»

E diversi vescovi cattolici si schierano contro i candidati che sostengono l’aborto

Trump alla March for Life, 24 gennaio 2020 - Image from Flickr

Trump alla March for Life, 24 gennaio 2020 - Image from Flickr

Last updated on Ottobre 13th, 2020 at 03:25 pm

La degenza in ospedale per le complicanze dovute al CoViD-19 non ha impedito al presidente degli Stati Uniti d’America, Donald J. Trump, di essere, come sempre, generoso di tweet. Diciannove ne ha scritti soltanto nel corso di metà giornata lunedì 5 ottobre: la maggior parte sono slogan secchi e diretti, alcuni dei quali riguardano il tema della libertà religiosa e della vita. Uno dei più commentati e apprezzati dagli utenti recita «PRO LIFE! VOTE!». Una chiamata alle urne il 3 novembre a tutti i cittadini degli Stati Uniti che hanno a cuore la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale.

La guerra contro la Barrett

Il tema della bioetica, del resto, è entrato di diritto nel dibattito elettorale con la nomina da parte di Trump del giudice Amy Coney Barrett alla Corte Suprema federale. In attesa che il Senato si pronunci per confermare la scelta del presidente, si è alzato un fuoco di fila contro la Barrett che “iFamNews” ha raccontato sia nei suoi aspetti istituzionali sia in quelli movimentisti. Esistono interi settori della società statunitense che sono pronti a ingaggiare una lotta cruenta pur di non vedere il baricentro della Corte Suprema spostarsi ancora di più verso i princìpi non negoziabili. Pertanto questi settori, imbevuti di ideologia radicale, aborriscono l’idea che possa essere confermato alla Casa Bianca quel presidente, Trump, che nel suo primo mandato ha apportato – con i fatti, non con le parole – un’impronta pro-life all’amministrazione.

Un vescovo contro i Dem

Che il 3 novembre si scontreranno due visioni antropologiche agli antipodi è dunque un dato di fatto. L’importanza della posta in gioco è stata rievocata pure da alcuni vescovi cattolici. Dapprima è intervenuto mons. Thomas Paprocki, che guida la diocesi di Springfield, in Illinois. In una lettera pubblicata sul sito della diocesi, ha richiamato i cittadini cattolici a considerare come prioritario il tema dell’aborto mentre formano la propria coscienza prima di recarsi alle urne. Il vescovo ha inoltre criticato la piattaforma programmatica del Partito Democratico, laddove si afferma che «ogni donna dovrebbe poter “accedere all’aborto sicuro e legale”» e si esplicita l’impegno a «ripristinare i finanziamenti federali per Planned Parenthood», il più grande fornitore di aborti negli Stati Uniti.

Il vescovo quindi rileva che «Joe Biden, Kamala Harris e Dick Durbin, i candidati del Partito Democratico rispettivamente alla presidenza, alla vicepresidenza e al Senato dello Stato dell’Illinois, sostengono tutti la Piattaforma del Partito Democratico che promuove l’aborto e che chiede l’uso di fondi federali per l’aborto e la nomina di giudici abortisti». Non solo, mons. Paprocki sottolinea che «Biden si è anche impegnato a ripristinare la politica Obama-Biden che impone a Chiese, imprese, college e ordini religiosi come le Piccole Sorelle dei Poveri di fornire una copertura per le pillole abortive nei piani di assicurazione sanitaria dei loro dipendenti».

Un cattolico non può votare politici abortisti

Sulla stessa lunghezza d’onda mons. Edward C. Malesic, vescovo di Cleveland, in Ohio. Nella lettera pubblicata il 30 settembre, spiega perché l’aborto rimane la «questione preminente» delle prossime elezioni. «Sebbene ci siano molte cause per le quali la nostra Chiesa si batte», ha scritto, «il diritto alla vita stessa deve ricevere la nostra massima considerazione in modo che le persone possano avere la possibilità di assicurarsi tutti gli altri benefici che la vita può offrire». Mons. Malesic ha fatto riferimento al documento Forming Consciences for Faithful Citizenship, che la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB) pubblica in una versione aggiornata prima di ogni elezione presidenziale.

Il testo dei vescovi statunitensi è esplicito: «Un elettore cattolico non può votare per un candidato che favorisce una politica che promuove atti intrinsecamente malvagi, come l’aborto, l’eutanasia, il suicidio assistito, la sottomissione dei lavoratori o dei poveri a condizioni di vita inumane». Di qui l’appello raccolto da mons. Malesic: «Il nostro dovere solenne come cittadini della nostra Repubblica è esprimere un voto per il candidato che meglio sostiene i più grandi ideali e gli insegnamenti morali della nostra fede cattolica».

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