L’8 Marzo non è festa delle donne, è festa degli attacchi alle chiese cristiane

"In nome del rispetto e della non violenza, ci vengono inflitti violenza e insulti. Credo che questo sia inaccettabile per tutti noi".

Attacco di femministe al tempio El Beaterio in Messico. Credito: Catolin/ Pinte di femministe a Cochabamba, Bolivia. Stanziamento: Commissione di comunicazione dell'Arcivescovado di Cochabamba

Mercoledì 8 marzo è stata la Giornata internazionale della donna, una data che, oltre alle tradizionali rivendicazioni, sta diventando il giorno scelto dai gruppi femministi cristianofobi per attaccare templi ed edifici cattolici con graffiti e vandalismi in Spagna e America Latina.

Tra gli episodi di cristianofobia che sono venuti alla luce c’è il caso di manifestanti femministe che hanno attaccato la chiesa del Cuore Immacolato di Maria dei Padri Clarettiani a Sabadell (Spagna) con la vernice e attaccando manifesti sulle porte. I fedeli che si trovavano all’interno (si tratta di una chiesa di Adorazione Perpetua) sono riusciti a chiudere le porte in tempo e i violenti hanno poi deciso di sbatterle, deturparle e imbrattare il pavimento con la vernice.

Uno dei luoghi più violenti dell’America Latina è stata Città del Messico. I dimostranti hanno attaccato la Cattedrale Metropolitana in Plaza de la Constitución. Non sono riusciti ad arrivare perché, come negli anni precedenti, la polizia ha dispiegato un muro di ferro con moduli pesanti, molto difficili da spostare, che ha impedito ai manifestanti violenti di passare.  Nella città di Puebla (Messico), gruppi di femministe locali hanno cercato di distruggere le statue di angeli in cima alla recinzione di fronte alla cattedrale. A Mérida, nello Yucatán, hanno deturpato la cattedrale di San Ildefonso con messaggi come “Abortisci la Chiesa”. A Xalapa, in Messico, una donna ha lanciato vernice contro i fedeli che custodivano la chiesa di El Beaterio. Tra gli slogan gridati c’erano: “Togliete i vostri rosari dalle nostre ovaie” e “Morte ai pro-vita”. I muri del Seminario Minore di Xalapa sono stati imbrattati e alcune finestre sono state distrutte.

In Argentina, a Salta, gruppi di femministe hanno vandalizzato l’arredo urbano vicino alla Basilica Cattedrale. Le recinzioni poste a protezione del tempio sono state forzate e le poliziotte che lo proteggevano sono state picchiate. Una poliziotta è rimasta ferita.

A Santa Cruz (Bolivia), gruppi femministi hanno vandalizzato la Basilica Menor de San Lorenzo Martir con graffiti.  Anche nella città di Cochabamba la Cattedrale di San Sebastiano è stata attaccata con graffiti maleducati. L’arcivescovo Óscar Aparicio ha protestato: “In nome del rispetto e della non violenza, ci vengono inflitti violenza e insulti. Credo che questo sia inaccettabile per tutti noi”.

Gli attacchi in questa occasione sono stati minori rispetto agli anni precedenti, soprattutto grazie alla protezione delle chiese da parte della polizia. È il caso della chiesa del Cordon a Montevideo, in Uruguay, dove un’intera squadra di poliziotti ha impedito alle femministe di vandalizzare la chiesa, che era stata oggetto di attacchi negli anni precedenti.

Ci sono vari gruppi che odiano la Chiesa e che a volte commettono atti di vandalismo: alcuni tipi di anarchici, jihadisti, comunisti… ma le femministe sono le uniche che ogni anno in tutto il mondo hanno una giornata dedicata non alla promozione della propria femminilità, piuttosto ad attaccare le strutture cristiane. Ribattezziamo l’8 Marzo, non più festa della donna, ma festival della distruzione delle chiese e degli attacchi ai fedeli cristiani.

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