In Scozia cambi sesso con l’autocertificazione

Il Paese sta discutendo la riforma della legge per la riassegnazione sessuale. Se passa, questo sarà il risultato

Glasgow Pride

From the Glasgow Pride Facebook page

Last updated on marzo 12th, 2020 at 02:53 pm

Una autocertificazione per cambiare sesso. Il governo scozzese sta studiando in queste settimane un modo per rendere il riconoscimento legale della transizione più semplice. E, tra le proposte al vaglio, ci sarebbe anche quella di istituire un processo di auto-dichiarazione da sottoporre direttamente allo Stato, evitando il lungo iter che prevede esami medici e sedute psicologiche. Ma qual è la situazione in Scozia riguardo i temi LGBT+?

Cercando sui motori di ricerca “Scozia e LGBT”, uno dei primi risultati è VisitScotland.com, portale dell’ufficio del turismo scozzese con un’ampia parte del sito dedicata al turismo LGBT. Qui si legge: «La Scozia è un Paese che offre divertimenti ogni mese dell’anno, dove è possibile trascorrere il pomeriggio girovagando per la città e visitando gallerie, per poi concludere la giornata con una serata in un bar animato, per godersi una bibita e un pasto delizioso in un ambiente accogliente e ricco di atmosfera». E ancora: «La capitale della Scozia offre un ricco calendario annuale di eventi e attività che culmina negli spettacolari festival che si tengono nei mesi estivi. Questi prevedono sempre una serie di spettacoli con una tematica LGBT, dal teatro tradizionale agli interventi di comici a serate in discoteca a mostre. I festeggiamenti Pride di Glasgow sono famosi per la loro speciale atmosfera allegra e accogliente e per i grandiosi programmi di eventi che comprendono feste, serate in discoteca e mostre d’arte».

C’è poi una sezione dedicata alle città e ai relativi locali da non perdere, ad esempio Glasgow, nella la quale si legge: «La vivace scena gay di Glasgow vanta una serie di locali e discoteche eleganti situati soprattutto attorno alla zona di Merchant City, anche se gli ospiti LGBT riceveranno un’accoglienza calorosa in tutta la città». Nel 2018, la Scozia è stata inoltre il primo Paese al mondo a introdurre la lotta all’omofobia e alla transfobia nei programmi di studio delle scuole. A lanciare la campagna, chiamata Time for Inclusive Education (Tie), è stato il Ministro dell’Istruzione scozzese, John Swinney, che ha commentato: «La Scozia è già considerata come una delle nazioni più progressiste in materia di diritti Lgbt. È dunque un piacere per noi annunciare che il nostro sarà il primo paese al mondo ad introdurre nelle scuole un programma specifico di educazione all’inclusione». Il Tie non solo inserisce i corsi nei piani di studio, ma li equipara all’insegnamento della lingua inglese, della matematica e della storia. Gli studenti dunque, neanche su richiesta scritta dei genitori, possono essere esonerati dalle lezioni contro l’omofobia e la transfobia.

Di cosa si parla durante queste lezioni sull’inclusione? Un breve riassunto programmatico è stato dato da Stephen Evans, presidente della National Secular Society, che ha auspicato: «Chiediamo l’assicurazione che l’impegno del governo scozzese per l’educazione “Lgbti-inclusive” comprenda anche un impegno per una educazione relazionale e sessuale “Lgbti inclusive”, e che non sia consentito in alcun modo ai gruppi religiosi di impedirne l’erogazione». È in questo scenario che appare la nuova proposta di semplificazione del percorso di transizione e riassegnazione del proprio genere sessuale. Ad oggi, per avviare la pratica, è necessario rivolgersi a una speciale equipe formata fa medici e psicologi. Qui si avvia un percorso, che può durare anche anni, fatto di diagnosi mediche e sedute psicologiche, durante le quali deve essere dimostrata la presenza della disforia di genere, ovvero il non riconoscersi nel proprio sesso biologico, e la necessità di avviare il percorso di riassegnazione, come condizione fondamentale per la salute fisica e mentale del paziente. Un percorso dunque molto lungo, che non sempre può essere portato avanti da tutte le persone che desiderano avviare la transizione, impegnativo e costoso. E un percorso che non sempre si risolve con un esito positivo, con l’approvazione cioè della riassegnazione. Le associazioni LGBT fanno pressione affinché lo statuto venga modificato, rendendo più semplice la procedura.

Se le modifiche dovessero passare, un uomo che si sente donna potrebbe presentare una semplice autodichiarazione nella quale specifica che ha vissuto gli ultimi tre mesi come donna e che quello è il suo vero genere. Dopo altri 3 mesi, può giurare davanti a un notaio o a un giudice di pace che quello è il suo genere definitivo. A quel punto, dopo il giuramento davanti al notaio, l’uomo in questione davanti alla legge scozzese diventerebbe donna, e otterrebbe subito la modifica del suo certificato di nascita e dei suoi documenti di identità. Cosa succederà? La Christian Medical Fellowship lancia l’allarme: nell’opinione pubblica c’è ormai una grande confusione tra sesso” e “gender”, ma questo è molto pericoloso: «Il sesso biologico è immutabile, non può essere modificato. Lasciando da parte quei (per fortuna) rari disturbi intersessuali dello sviluppo sessuale, il sesso è un binario biologico – maschio o femmina – basato sui cromosomi, sull’anatomia, sulla fisiologia e sul sistema riproduttivo di una persona. Per la stragrande maggioranza delle persone, compresi quelli che in seguito potrebbero essere identificati come trans, il sesso biologico è facilmente determinabile alla nascita e non è contestato», scrivono i medici della CMF. «L’identità di genere si riferisce al senso interiore e soggettivo di una persona di come la sua personalità, le sue preferenze e i suoi comportamenti si adattano alle norme delle aspettative di ruolo della loro cultura per i membri del loro sesso».

Cambiare sesso è impossibile, afferma Rick Thomas della Christian Medical Fellowship, nonostante le direttive della General Medical Council (GMC) impongano ai medici un severo codice di comportamento che prescrive, tra le altre cose, di rispettare la richiesta di un paziente di cambiare il sesso indicato nella propria cartella clinica senza attendere un certificato di riconoscimento del genere o un certificato di nascita aggiornato. Ma Rick Thomas, ricercatore di politiche pubbliche presso la CMF, non ha dubbi: «Cambiare il sesso scritto nella loro cartella clinica non cambia il sesso scritto nella loro biologia. Il sesso non è “assegnato” alla nascita ma rivelato da esso, riconosciuto e registrato. Non è un costrutto sociale ma una verità biologica osservabile empiricamente. Il GMC chiede ai medici di colludere in un inganno: che il sesso di un individuo può essere cambiato con il colpo di una penna».

Tra qualche settimana si saprà la decisione del governo, ma le dichiarazioni pubbliche di Nicola Sturgeon, leader dello Scottish National Party (SNP) e primo ministro di Scozia dal 2014, fanno intravedere una probabile ulteriore risposta affermativa alle pressioni delle associazioni LGBT.

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