In memoriam Roger Scruton, 1944-2020

A un mese dalla scomparsa del grande filosofo conservatore britannico il ricordo di un amico e collega

Sir Roger Scruton

Esattamente un mese fa è mancato Sir Roger Scruton, il celebre filosofo britannico. Questo ricordo, pubblicato originariamente su Front Porch Republic, viene qui tradotto e pubblicato per gentile concessione

Sir Roger Scruton, universalmente e giustamente considerato il principale pensatore conservatore della Gran Bretagna, è morto di cancro domenica 12 gennaio a 75 anni.

Il suo curriculum intimidisce. Dopo l’MA in Filosofia e il PhD in Estetica all’Università di Cambridge, Scruton ha pubblicato più di cinquanta libri e ne curati all’incirca un’altra decina. Gli argomenti da lui trattati attraversano tutto lo scibile umano, dall’arte, dalla musica, dall’architettura a filosofi quali Immanuel Kant (1724-1804) e Baruch Spinoza (1632-1677), alle politiche sull’immigrazione, agli affari esteri, ai diritti degli animali e all’ambientalismo, alla religione in generale e a quella anglicana in particolare, alla sessualità (per esempio con Sexual Desire: A Moral Philosophy of the Erotic). Ha inoltre scritto alcuni romanzi e due opere liriche, nel 1982 ha fondato un periodico, The Salisbury Review, che ancora oggi propone, come si legge sulla testata, «assolutamente l’opinione sbagliata su qualsiasi cosa», ha lanciato una casa editrice, The Claridge Press, e ha svolto un ruolo importante, sia dal punto di vista intellettuale sia nei fatti, nel minare il regime comunista in Cecoslovacchia sino a essere arrestato, espulso e iscritto nell’indice delle persone sgradite del Paese. Nel 2016 la regina Elisabetta l’ha insignito del titolo di cavaliere «per i servigi resi alla filosofia, all’insegnamento e all’educazione pubblica». 

Agli occhi degli appassionati di Front Porch Republic, tuttavia, la questione che conta è una sola: era un porcher, uno di loro. A livello filosofico, tra le sue opere figurano titoli sulla caccia, sul “radicamento” (News from Somewhere), sull’alcol (Bevo dunque sono. Guida filosofica al vino), sul fumo e sulla gestione della terra (How to Think Seriously About the Planet). Sul versante pratico, nel 1993 Scruton ha acquistato la Sundey Hill Farm, a Brinkworth, nel Wiltshire. Uomo caparbio della terra, un vero agrarian, ha subito acquistato i soliti animali domestici, ma anche… dei cavalli per la caccia alla volpe. Durante un incontro della Beaufort Hunt, si è imbattuto in Sophie Jeffreys, studiosa di Storia dell’architettura. In sella con stile impeccabile e appropriato, e vestita con i colori della Hunt, quella donna lo ha ammaliato. Roger e Sophie si sono sposati nel 1996, e hanno preso casa alla Sundey Hill Farm. Sono poi arrivati due figli: Sam nel 1998 (dal nome del cavallo preferito di Roger) e Lucy nel 2000.

Ho avuto il privilegio di annoverare Roger fra i miei amici. Ci siamo incontrati per la prima volta nel 1990 e i nostri cammini si sono più volte incrociati in vari ambienti conservatori. Quando la maggiore delle mie figlie ha studiato per un anno all’Università di St. Andrews, gli Scruton l’hanno invitata a festeggiare le vacanze di Natale con loro. In realtà mia figlia è stata testimone di una delle attività più agrarian di Roger: l’headcheese fatta in casa, un piatto simile alla testa in cassetta! Con sommo disgusto degli Scruton all’epoca l’Unione Europea imponeva regole anche ai macellai britannici, e così Roger e mia figlia si recarono al negozio del villaggio, appena divenuto “illegale”, e comperarono la testa di una mucca con cui venne confezionato quell’enorme blocco di carne in gelatina. I pezzi di carne erano molto più grandi del solito e il pasticcio un po’ più unto del previsto, tuttavia Roger ne fu orgoglioso. Essendo buoni piccoli agrarian, Sam e Lucy hanno debitamente mangiato il capolavoro della produzione domestica illegale del padre.

Frequentando la sua casa, mia figlia ha del resto potuto osservare Roger Scruton anche come padre. Roger lo è diventato quando era sulla cinquantina, con una miscela forse maggiore della media di gioia e mistificazione rispetto a quegli esserini ora affidati alle sue cure. Una sera una tempesta interruppe la corrente elettrica alla Sundey Hill Farm. Sam, che aveva sei anni, chiese al padre da dove provenisse l’elettricità. Roger si lanciò in una descrizione di dinamo, campi magnetici, flussi di elettroni e rete elettrica adatta ai bambini. Ma i bambini, racconta mia figlia, rimasero accigliati e confusi, fino a che un sorriso attraversò il faccino di Lucy. «No», disse la bimba alla comitiva seduta attorno a una candela, «viene da fate e folletti!». Dopo una pausa, papà Scruton ha annuito: «Naturalmente è così».

In quello che si è poi rivelato uno dei suoi ultimi scritti, ora in corso di pubblicazione, Roger propone un messaggio analogo a chi vive negli Stati Uniti. Nella prefazione al volume, si imminente uscita, Land and Liberty: The Best of FREE AMERICA (curato dal sottoscritto e pubblicato dal Wetherfield Institute), Scruton abbraccia la prospettiva degli agrarian e dei distributisti americani che dal 1937 al 1946 diedero vita al periodico Free America. Come riassume Scruton stesso: «La ricchezza reale di un Paese […] non risiede negli scambi frenetici sul mercato azionario o nei fiumi di beni che scorrono in ogni famiglia senza però appartenervi. Risiede piuttosto nelle comunità locali, nel lavoro che le tiene insieme e in quell’investimento profondo che sono una casa, un luogo e la dote di amore umano che attraversa le generazioni».

Riposa in pace, Sir Roger Scruton.

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