Last updated on Giugno 18th, 2020 at 12:35 pm
L’emergenza coronavirus ha stravolto la logica del funzionamento di Stati e società, compreso il mondo della scuola. Il profondo dibattito in corso in Italia sull’opportunità di riaprire o meno le aule e sui contributi economici sparuti che il governo intende erogare lo dimostra più che bene. Altri Paesi, tuttavia, hanno avanzato soluzioni differenti.
È il caso della Lituania che da settembre permetterà l’home-schooling, cioè la possibilità per i genitori di istruire i figli a casa (secondo un ventaglio di possibilità pratiche notevoli, che vanno da qualcosa di simile a tutoraggio a iniziative comunitarie di più famiglie), a patto che vengano rispettate certe condizioni che garantiscano la sicurezza dei ragazzi. Il governo mette inoltre nero su bianco anche il ruolo che in questo progetto avranno le scuole, secondo quanto riportato dal ministro per l’Educazione, Algirdas Monkevicius.
La legge sull’home-schooling è stata approvata mercoledì 27 maggio e riguarda l’anno scolastico venturo. I genitori che vorranno istruire i figli a casa dovranno prima firmare un accordo con la scuola, la quale dovrà provvedere a fornire agli studenti libri di testo e assistenza, assicurandosi che anche chi rimane a casa abbia accesso alle diverse attività scolastiche.
La scuola tuttavia è anche il luogo della relazione con i coetanei, aspetto imprescindibile per la crescita integrale dei ragazzi. Per questo motivo le disposizioni governative sottolineano il fatto che gli insegnanti debbano impegnarsi a sviluppare una sorta di programma preventivo che ne assicuri lo sviluppo delle capacità sociali ed emotive.
I ragazzi che verranno istruiti da casa saranno esaminati dagli insegnanti due volte all’anno, per verificarne non solo i progressi didattici, ma anche per accertarsi che le loro esigenze socializzanti e relazionali siano sviluppate e soddisfatte adeguatamente. I genitori avranno dunque l’obbligo di prendere nota dei progressi dei figli, registrandone i risultati sul registro elettronico della scuola, una volta alla settimana.
L’home-schooling resta quindi un’opzione in più per le famiglie, che inevitabilmente comporterà non solo accorgimenti organizzativi, ma anche un impegno supplementare da parte degli insegnanti. Per questo motivo il ministro Monkevicius ha stimato che saranno necessari 76.600 euro per pagare i maestri per il lavoro aggiuntivo, un costo che si prevede salirà a 230mila euro per l’anno prossimo.