Un recente rapporto porta l’attenzione su una tendenza sconcertante in Minnesota, rivelando che almeno otto neonati sopravvissuti a tentativi di aborto sono stati lasciati morire.
I dati del Dipartimento di Sanità dello Stato scoprono questo fatto allarmante, attribuendolo al fatto che sono state aggirate le misure di conservazione della vita destinate a salvare questi neonati al momento della nascita.
In base a una legge promulgata nel 2015, il Minnesota era obbligato a riferire i casi di nascite vive dopo un tentativo di aborto e l’esito conseguente.
Il rapporto ha identificato cinque casi di questo tipo tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2021, e tre nel 2019, in cui non è stato fatto alcuno sforzo, o solo “misure di conforto”, per garantire la sopravvivenza dei bambini.
L’ex Presidente Donald Trump, durante il suo mandato, ha affrontato la questione evidenziando il verificarsi di aborti post-natalizi in alcuni Stati, un’affermazione spesso respinta da fonti come la CNN come falsa.
Tuttavia, le recenti rivelazioni del Minnesota offrono prove a sostegno dell’affermazione di Trump.
Tim Walz, democratico del Minnesota e candidato alla vicepresidenza, ha di fatto annullato l’obbligo di dichiarazione nel maggio 2023, sostituendo i requisiti specifici per salvare la vita di un neonato con una vaga clausola di “cura”.
La candidata presidenziale democratica Kamala Harris non ha ancora imposto limiti chiari agli aborti o misure di protezione per i nascituri, indicando un aborto senza restrizioni nella loro campagna.
Questi dati inquietanti sottolineano l’urgente necessità di agire e di adottare misure di protezione per garantire la sopravvivenza dei neonati nati vivi dopo un aborto non riuscito, e la necessità di spingere per una legislazione che vieti del tutto l’aborto.