Il giudice federale emette un’ingiunzione contro la censura del discorso dell’amministrazione Biden sui social media

Biden e la sua amministrazione attaccano chiaramente i conservatori sui siti di social media.

Un giudice federale ha emesso un’ingiunzione preliminare che ordina all’amministrazione del Presidente Joe Biden di non collaborare o fare pressioni sulle società di social media per censurare il discorso, tranne che in circostanze limitate, mentre la causa è in corso. La sentenza è arrivata in risposta alle entità, tra cui la Louisiana e il Missouri, che hanno citato in giudizio il team di Biden per la presunta collusione con le società di social media per sopprimere i discorsi relativi alle elezioni del 2020, al computer portatile di Hunter Biden e al COVID-19.

Il giudice ha dichiarato che il caso potrebbe potenzialmente essere l’attacco più massiccio alla libertà di parola nella storia degli Stati Uniti, evidenziando il presunto disprezzo per il diritto alla libertà di parola del Primo Emendamento. L’ingiunzione si applica a Biden, alla segretaria stampa Karine Jean-Pierre, al chirurgo generale Vivek Murthy e ad altri funzionari di alto livello. Il giudice ha concluso che il governo ha usato il suo potere per mettere a tacere l’opposizione e impegnarsi nella discriminazione del punto di vista del discorso politico conservatore.

La causa fa parte di uno sforzo continuo per smascherare e impedire ai funzionari federali di usare la loro autorità per reprimere il discorso conservatore. Le prove precedenti presentate nel caso hanno rivelato gli stretti legami tra i funzionari governativi e le aziende di social media, con incontri regolari per discutere la censura dei contenuti. In risposta alla sentenza, un funzionario dell’amministrazione Biden ha sottolineato che le piattaforme di social media dovrebbero fare scelte indipendenti sulle informazioni che presentano, tenendo conto del loro impatto sul popolo americano. La causa mira a far luce sul rapporto tra governo e piattaforme di social media e a difendere i diritti di libertà di parola.

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