L’abortista Thomas Gordon, che gestiva la Heritage Clinic for Women a Grand Rapids, Michigan, è morto all’età di 74 anni. Secondo quanto riferito, la sua clinica è stata chiusa di conseguenza. Gordon aveva una lunga fedina penale, che comprendeva accuse di aggressione e violenza domestica, e la sua licenza medica era stata sospesa nel 2017 per non aver riportato le sue condanne. Ha presentato istanza di bancarotta multipla e ha affrontato multe e libertà vigilata da parte del Michigan Department of Licensing and Regulatory Affairs (LARA). I sostenitori pro-vita hanno espresso sollievo per il fatto che Gordon non sia più in grado di continuare il suo commercio mortale.
La fedina penale di Gordon risale al 1991, con condanne per aggressione aggravata, violenza domestica minore, condotta disordinata e altro. In un caso, la moglie ha presentato un ordine di protezione personale contro di lui, affermando che l’aveva picchiata e minacciata con una pistola. Right to Life del Michigan ha elogiato le azioni intraprese contro Gordon, osservando che è giunto il momento che l’industria dell’aborto sia ritenuta responsabile delle sue azioni.
Il LARA ha ordinato a Gordon di completare un Programma di Recupero dei Professionisti della Salute entro sei mesi e di pagare una multa per avere l’opportunità di richiedere nuovamente la sua licenza medica. Tuttavia, molti si chiedono come sia stato permesso a Gordon di esercitare la professione medica, visti i suoi precedenti penali violenti. Il caso mostra il disprezzo per la sicurezza delle donne che chiedono l’aborto, da parte di un’industria medica che cerca solo di ottenere un profitto.