I missionari esortano l’Occidente a rispondere al genocidio nigeriano dei cristiani

Due missionari americani hanno lanciato urgenti allarmi riguardo al genocidio sistematico, abilitato dal governo, dei cristiani in Nigeria. Judd Saul dell’Iowa e Mike Arnold del Texas — ex registi diventati attivisti per i diritti umani — stanno fornendo alloggi e aiuti alle famiglie cristiane sfollate, mentre chiedono alla comunità internazionale di intervenire.

Saul, fondatore dell’organizzazione no-profit Equipping the Persecuted e amministratore di TruthNigeria.com, sostiene che le milizie tribali etniche Fulani siano la forza principale dietro gli attacchi. Afferma che operano con il sostegno del potere politico negli stati settentrionali della Nigeria, poi “vanno a caccia di più terra e più villaggi… e le uccisioni iniziano.”

Arnold, ex sindaco del Texas, riferisce che tra i 4 e i 10 milioni di sfollati interni (IDP) in Nigeria sono testimoni oculari di violenze su larga scala. Accusa il governo nigeriano di negare le prove, trattare le vittime come criminali e consentire un clima di impunità per le milizie. Secondo Arnold, i militanti separano le vittime cristiane e musulmane, uccidono o forzano la conversione degli uomini cristiani, uccidono o schiavizzano le donne cristiane ed espandono il loro controllo metodicamente.

Sostengono che la crisi sia spesso travisata come un conflitto tra agricoltori e pastori, ma affermano che la realtà è molto più organizzata: “La maggior parte delle uccisioni e degli sfollamenti… sono compiuti da milizie islamiste radicali Fulani.” Con la loro ricerca, che include rapporti sul campo, immagini satellitari e testimonianze di sopravvissuti, i due uomini affermano che la piena portata degli attacchi è rimasta inascoltata a livello globale.

Saul e Arnold esortano la Chiesa globale e i responsabili politici internazionali a parlare rapidamente — avvertendo che se questo modello continuerà incontrollato, molte vite andranno tragicamente perdute.

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