Giù i santi, su i tiranni

Le statue di san Junípero Serra vengono abbattute mentre si erigono monumenti a Lenin

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Last updated on Giugno 30th, 2020 at 06:33 am

Da una parte si abbatte la statua del frate francescano san Junípero Serra (1713-1784), difensore degli indigeni americani, della loro dignità umana, della cultura della famiglia e della comunità, e dall’altra si erigono monumenti a uno dei più feroci sterminatori di uomini, di donne e di bambini: Vladimir Il’ič Ul’janov (1870-1924), detto «Lenin». Alla depravazione del nostro mondo non sembra insomma esserci limite.

c fu un uomo straordinario, simbolo di una memoria storica che non può essere cancellata dai furori ideologici. Papa Francesco lo ha canonizzato il 23 settembre 2015, dicendo: «Junípero ha cercato di difendere la dignità della comunità nativa, proteggendola da quanti ne avevano abusato. Abusi che oggi continuano a procurarci dispiacere, specialmente per il dolore che provocano nella vita di tante persone».

Il 20 giugno l’arcivescovo di san Francisco, monsignor Salvadore Cordileone, ha criticato la demolizione della statua del santo che stava nel Golden Gate Park: «Cosa sta succedendo alla nostra società? Un nuovo movimento nazionale nato per guarire i ricordi e per correggere le ingiustizie provocate dal razzismo e dalla brutalità della polizia nel nostro Paese è stato dirottato da alcuni elementi in un movimento violento che saccheggia e compie atti di vandalismo».

Anche l’Ambasciata spagnola negli Stati Uniti ha protestato per la distruzione della statua di Junípero e per la vandalizzazione di un busto dello scrittore Miguel de Cervantes (1547-1616): «Ci rammarichiamo profondamente per la distruzione della statua di san Junípero Serra a San Francisco oggi e vorremmo ricordare i grandi sforzi che compì a sostegno delle comunità indigene. È anche con grande rimpianto che riceviamo la notizia dei danni inflitti al busto di Miguel de Cervantes, che è stato lui stesso tenuto schiavo ad Algeri per 5 anni e la cui letteratura è un appello alla libertà e all’uguaglianza».

La furia iconoclasta non ha insomma più né freni né limiti, e nemmeno chi oggi appoggia questi nuovi giacobini scagliati contro la memoria storica, ovvero il candidato Democratico alla Casa Bianca Joe Biden e il presidente della Camera federale dei deputati Nancy Pelosi, che, cattolici entrambi, già si raccolsero in preghiera alla canonizzazione di Junípero, protestano per questo scempio sistematico del passato americano.

Ma l’ignoranza dozzinale e la furia che negli Stati Uniti muove questa nuova generazione di gruppi di anarco-comunisti è pari all’ignoranza sfacciata e colpevole di chi, in Germania, ha inaugurato, mentre oltre l’Atlantico ci si scagliava contro l’effigie di un grande santo civilizzatore, una statua a Lenin, il sanguinario. Dopo un lungo braccio di ferro tra comunisti e autorità cittadine della città di Gelsenkirchen, nella zona della Ruhr, il progetto è infatti arrivato al dunque e così circa 800 persone si sono radunate per l’evento, dopo che il tribunale cittadino aveva concesso al locale Partito marxista-leninista i permessi necessari per erigere un monumento di 2,15 metri nella piazza pubblica di fronte al proprio quartier generale.

Ora, siamo giunti al culmine dell’ignoranza umana o siamo di fronte a un ricorso storico, quando le furie rosse riscrivevano la storia, saccheggiando e distruggendo i veri servitori del popolo, ovvero i santi “sociali”, incensando i tiranni e gli affamatori?

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