È vero, purtroppo: rispetto all’aborto, la posizione pro life rischia di apparire minoritaria, mentre la “narrazione” degli abortisti è più diffusa e “pubblicizzata”. Il mondo dei VIP, veri o sedicenti, e dello spettacolo, in Europa e negli Stati Uniti d’America, sembra schierato tutto a favore dell’interruzione di gravidanza, considerata come la vulgata vuole che passi, cioè un «diritto delle donne», legato alla cosiddetta «salute sessuale e riproduttiva». Vi sono però anche voci contrarie, cui vale la pena dare risalto, specie in occasione di una giornata come quella di oggi, la 44esima Giornata nazionale per la Vita.
Ecco quindi, in rigoroso ordine sparso, alcune di queste voci fuori dal coro.
- Justin Bieber, cantante, musicista e attore canadese, è sopravvissuto al tentativo di aborto della madre, all’epoca diciottenne. Non perde occasione per esprimersi contro l’aborto e contro la legge statunitense che ne garantisce l’accesso perché, afferma, essa insegna ai giovani la bugia secondo la quale «l’aborto è un diritto». In un’intervista rilasciata alla rivista Rolling Stone quando aveva diciassette anni ha dichiarato: «Non credo affatto nell’aborto. Vuol dire uccidere un bambino» e in una delle sue prime canzoni, intitolata Pray, scrive: «I pray for the life not started», «Prego per le vite che non sono mai iniziate», riferendosi ai bambini abortiti.
- anche la madre di Jack Nicholson, attore statunitense, è rimasta incinta quando era ancora adolescente, ma ha scelto di non abortire nonostante le pressioni subite affinché rinunciasse alla gravidanza. «Non condivido affatto la posizione del mio collegio elettorale in termini di aborto, perché sono decisamente contrario. Non posso avere nessun altro punto di vista», ha rivelato Nicholson in un’intervista nel 2003. «La mia unica emozione è la gratitudine, letteralmente, per la mia vita».
- simile la storia dell’umorista messicano Roberto Gómez Bolaños (1929-2014), noto come «Chespirito», attore, sceneggiatore, autore televisivo e scrittore, che ha raccontato in un video realizzato per una campagna pro-life che sua madre avrebbe potuto abortirlo dopo un incidente accaduto durante la gravidanza, ma che per fortuna scelse infine la vita. «Mia madre ha difeso la vita, la mia vita. Oggi sono qui grazie alla sua decisione».
- Jim Caviezel, noto per aver interpretato Gesù nella pellicola cinematografica La Passione di Cristo, ha adottato due bambini cinesi con gravi problemi di salute. L’attore ha dichiarato fra l’altro: «Sono favorevole ad aiutare le donne, e non credo che l’aborto le aiuti. Non sono attaccato alla carriera al punto da dire “Su questo non mi esprimo”. Difendo ogni bambino che non è mai nato. Come possiamo sapere che non abbiamo ucciso il bambino che avrebbe potuto creare un farmaco in grado di salvare altre vite?».
- Eduardo Verastegui, modello, cantante e attore messicano, ha fondato la casa di produzione Metanoia Films e la sua prima pellicola, Bella, un intenso film pro-life, è stato un successo. Verastegui è anche fondatore dell’Organizzazione Manto de Guadalupe e del Centro Medico Guadalupe, una clinica che assiste gestanti in difficoltà a Los Angeles, in California.
- Patricia Heaton, protagonista della serie TV The Middle, ha dichiarato al mensile The Blaze: «Trovo impossibile concordare con una filosofia che crede che la distruzione della vita umana sia una soluzione legittima per un problema che è principalmente sociale, economico e psicologico. In realtà, la maggior parte delle donne che “sceglie” l’aborto lo fa perché pensa di non avere altra scelta».
- Timothy Richard “Tim” Tebow è una star del football americano statunitense, tight end nella National Football League; si è sempre dichiarato contro l’aborto ed è apparso in una pubblicità pro-life durante il campionato Super Bowl nel 2010.
- Jordin Sparks, cantante e attrice statunitense, vincitrice nel 2007 del reality show American Idol, è una sostenitrice della vita di lunga data e ha partecipato a numerosi eventi in cui ha portato la propria testimonianza contro l’aborto. Sembra, inoltre, che nel 2013 la cantante abbia condiviso sulla propria pagina sul social network MySpace un’immagine, ora cancellata, in cui reggeva un cartello con le parole «Stop abortion now».
- Kelsey Grammer è un attore, doppiatore, produttore cinematografico, cantante, comico, sceneggiatore, attivista e regista statunitense, interprete di sitcom come per esempio Frasier. L’artista ha definito le parole «diritti riproduttivi» come termini «disonesti», dichiarando al Sunday Times nel 2018 che «diventa un po’ disonesto chiamare qualcosa diritti riproduttivi quando chiaramente hai una scelta ben prima che un bambino venga concepito».
- del cantante italiano Andrea Bocelli «iFamNews» ha già raccontato: dopo aver rivelato che la madre è stata spinta ad abortire mentre era incinta di lui, ma ha rifiutato, ha aggiunto «[…] a causa delle mie convinzioni personali di devoto cattolico, non sto solo combattendo contro qualcosa, sto combattendo per qualcosa, cioè per la vita».
- è italiano anche Alfonso Signorini, che in novembre ha subito un vero e proprio linciaggio mediatico per aver affermato, durante una diretta del reality show Il grande fratello VIP, «Siamo contrari all’aborto in ogni sua forma». Al giornalista e opinionista non è servito come scudo neppure il fatto di aderire all’altra “ortodossia ideologica”, quella LGBT+.
- è antiabortista convinto pure Andrea Roncato, cabarettista e attore, che ha raccontato in un libro, dal titolo Ti avrei voluto, di essersi pentito di quell’aborto cui ha fatto ricorso in gioventù. Nel corso di una intervista televisiva, alla conduttrice che gli chiedeva se un figlio gli mancasse, Roncato ha risposto: «un figlio mi manca, è stato il vero errore della mia vita. Quando ero molto giovane ho avuto la possibilità di diventare padre, di avere un figlio, ma feci un aborto. Adesso sono diventato estremamente antiabortista. Ho fatto anche un libro per questo bambino che non è mai nato che si chiama T’avrei voluto. “T’avrei voluto volere quella volta che non ti ho voluto”, è l’ultimo verso di una poesia che ho scritto e che si chiama proprio T’avrei voluto».
- fra i cantanti che hanno partecipato nel corso degli anni al Festival di Sanremo, di cui si è appena conclusa la 72esima edizione fra polemiche e assurdità varie, è nota la posizione di Nek, alias Filippo Neviani, cantautore e polistrumentista di Sassuolo, Modena, che nell’edizione sanremese del 1993 cantò il brano In te. Il figlio che non vuoi, la storia di un giovane uomo che si oppone all’aborto cui sta pensando la compagna.
- anche Povia, cantautore, chitarrista e blogger, si è esibito sul palco di Sanremo, vincendo il Festival nel 2006. Le sue posizioni contro l’aborto sono note da sempre e l’artista lamenta di essere stato ostracizzato dal mondo dello spettacolo proprio per questa ragione.
- prima di loro, nell’ormai lontano 1973, Renato Zero, poliedrico cantautore, showman, ballerino e produttore discografico, trasgressivo e stravagante, nel suo album Sogni nel buio cantava il brano No! Mamma, No!, manifesto antiabortista in musica fra i più chiari ed espliciti.
- per tornare agli Stati Uniti, Martin Sheen, attore e produttore cinematografico, ha rilasciato affermazioni forti contro l’aborto nel 2011, parlando dei suoi tre nipoti «non pianificati». «[…] abbiamo accolto questi bambini, incoraggiato le madri a darli alla luce e dato loro sostegno,» ha aggiunto. «Oggi abbiamo tre nipoti adulti, due di loro sono sposati, sono fra le più grandi fonti di gioia nella nostra vita».
- Celine Dion, celebre cantante canadese, è la quattordicesima figlia in famiglia. Nel 2011, ha rivelato che quando è rimasta incinta di lei la madre, preoccupata dall’ennesima gravidanza, ha pensato di abortire, ma è stata dissuasa da un sacerdote. «Le ha detto che non aveva il diritto di andare contro natura», ha spiegato. «Quindi […], devo la mia vita a quel prete». Celine Dion si dichiara pro-life.
- Nick Cannon, attore, rapper e presentatore di The Masked Singer USA, ritiene che l’aborto costituisca una forma di «controllo della popolazione» e che la clinica per aborti Planned Parenthood sia responsabile di un «vero genocidio» contro la comunità nera. Nel 2005 ha pubblicato una canzone intitolata Can I Live?, «Posso vivere?».
- Mel Gibson, celeberrimo attore, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e televisivo non ha mai fatto mistero delle proprie posizioni assolutamente pro-life. In particolare fece scalpore nel 1990, quando dichiarò alla giornalista e conduttrice televisiva Barbara Walters di essere fiero oppositore sia della contraccezione sia dell’aborto. «Dio è l’unico che sa quanti figli dovremmo avere, e noi dovremmo essere pronti ad accettarli», ha detto in quell’occasione. «Non si può decidere da soli chi viene in questo mondo e chi no. Quella decisione non ci appartiene».
- Kirk Cameron, il «Mike Seavers» della serie TV targata USA Genitori in blue-jeans, nel 2016 ha pubblicato sul proprio sito l’articolo L’aborto uccide due cuori, in cui scrive: «L’aborto non è solo un peccato contro il nascituro, anche se certamente lo è. E non è solo un peccato contro l’immagine di Dio, anche se abbiamo ragione a ricordare alla gente che lo è. L’aborto è anche un peccato contro le donne. Non è solo un’uccisione del corpo, ma un’uccisione della coscienza».
- riflettendo in un articolo pubblicato su WND sulla nota sentenza Roe vs Wade, che nel 1973 rese non illegale l’aborto negli Stati Uniti, l’anno scorso Chuck Norris, attore, notoriamente antiabortista, ha attaccato gli abortisti, che ha accusato fra l’altro di apprezzare le cannucce di bambù più della vita umana.
- Ashton Kutcher, attore e modello, ha condiviso il suo sostegno a favore della vita con una didascalia di un video sul social network Facebook in cui afferma che «La vita di tutti è preziosa».
- chiude la carrellata di «iFamNews», sicuramente non completa né esaustiva, un caso preso dal mondo dello sport. L’atleta olimpionica Allyson Felix si è schierata chiaramente a favore della vita e contro le pressioni che spingono all’aborto le atlete incinte, pena la rescissione dei contratti da parte degli sponsor. Nel suo caso, la Nike si è infischiata dei sei ori olimpici che detiene e ha ridotto del 70% l’ammontare del suo compenso. L’atleta statunitense però ha dato battaglia, è riuscita a far cambiare le clausole contrattuali anti-maternità dell’azienda e ha fondato Saysh, un marchio sportivo che mira supportare le atlete che desiderino conciliare la carriera sportiva con la maternità.
Grazie. A lei e a tutti gli altri.