Un collega giornalista a cui inviavo notizie e informazioni un giorno mi ha risposto secco: «Mai che mi mandi una buona notizia!». Purtroppo aveva e ha ragione. Ma non è che il sottoscritto di professione faccia il corvo, gli è solo che basta affacciarsi alla finestra per vedere come sia conciato il mondo che ci siamo costruiti, passo dopo passo, a furia di “cosa vuoi che sia”, “e che sarà mai”, uno strappo qui, un colpetto là, una fucilata per gradire e una cannonata per concludere. Francamente sembra di vivere in un campo di battaglia, anzi nell’orrore delle trincee. Non ci voleva il coronavirus per farci capire che quella umana è una specie a rischio di estinzione per mano propria.
Quando dunque si scova una buona notizia, pur piccola o liminale che sia, non solo vale la pena di dirla, ma la gridiamo volentieri ai quattro venti. Una rondine non fa primavera, ma a primavera le rondi si librano libere in volo.
L’Irlanda del Nord, di tutti i posti del mondo, resiste. Resiste all’imposizione di un aborto sempre più smaccato, banalizzato, ridicolizzato. Resiste la gente, ma soprattutto resistono i suoi partiti politici. Non lo dico come fan dei partiti politici in quanto tali. Anzi. Sono per esempio convinto che uno dei vizi peggiori degli italiani sia quello di piantar lì di fare qualcosa che stiano facendo bene per buttarsi in politica aspettando Godot (quando invece qualcosa lo stanno facendo male, continuano e si buttano lo stesso in politica). Ma il fatto che interi partiti politici, cioè non uno, ma più di uno, facciano politica partendo dal principio inviolabile che la vita umana sia sacra e che quindi l’aborto sia uno scempio, è una buona notizia dentro una buona notizia. E non solo dei partiti politici qualsiasi, ma i partiti politici che hanno la maggioranza nel parlamento locale, a Stormont, e che dunque esprimono il primo ministro locale. Partiti politici che evidentemente qualcuno ha votato.
Non proseguo nel merito della politica irlandese, che da un lato è un vespaio e dall’altro un argomento così controverso da mettere nei guai subito chi solo lo sfiorasse. Ma che la politica nordirlandese, la politica degli Unionisti evangelicali nordirlandesi sia oggi il bastione di resistenza più esemplare contro le ingerenze di quel parlamento londinese a cui peraltro essi vogliono restare legati, è una gran gran bella notizia. Amicus Plato, sed magis amica veritas.
L’Irlanda del Nord resiste, e resiste per tutti noi. Insomma, oggi ci sentiamo un po’ tutti nordirlandesi in questo mondo in cui ormai sopprimere la vita umana innocente è diventata una burletta da divano domenicale fra babbucce e smartphone. Quel mio collega sarà contento. Finalmente una buona notizia.