Dal fallimento dei coronabond al successo dei coronaboomer?

Secondo alcuni sessuologi, in Europa il confinamento dovuto al contagio produrrà un aumento delle nascite

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Last updated on aprile 20th, 2020 at 07:03 am

Le previsioni sul futuro demografico dell’Europa sono contrastanti, ma alcuni esperti prevedono un boom di nascite. Secondo alcuni sessuologi, infatti, la maggior disponibilità di tempo libero determinata dall’obbligo di restare a casa per arginare il contagio del coronavirus produrrà un incremento della natalità, ormai giunta alla soglia dell’estinzione.

La rivoluzione introdotta dal CoViD-19 ha infatti sparigliato le carte. Se da un lato, in relazione alla vita familiare, gli avvocati divorzisti confidano in una valanga di divorzi, dall’altro il network di imprese e di esperti Baby Friendly Companies è certo invece che la famiglia crescerà.

«È già successo», afferma del resto il quotidiano spagnolo ABC, «per esempio ai tempi del grande blackout di New York del 9 novembre 1965, un incidente alla base di migliaia di nascite avvenute esattamente nove mesi dopo. Ma la crisi del CoViD-19 è speciale: è avvenuta in quasi tutto il mondo e un terzo della popolazione mondiale ora vive confinato».

Anche se non avrà le dimensioni registrate negli anni 1960, l’aumento della natalità, sostiene il sessuologo spagnolo Iván Rotella, responsabile del Centro di Attenzione sessuale di Avilés, imprimerà un mutamento significativo alla Spagna, Paese del resto esemplare per l’alta percentuale di popolazione anziana.

Se i presupposti sono corretti, insomma, tra il mese di dicembre di quest’anno e il febbraio dell’anno venturo verrà alla luce una generazione nuova, i cosiddetti «coronaboomer», figli dei 45 giorni di isolamento a cui sono obbligati diversi Paesi europei. Solo allora si scoprirà se realmente il virus ha contribuito, paradossalmente, a invertire il trend demografico.

Lo spettacolo della vita peraltro non si ferma. In molte famiglie sono infatti nati bambini durante la serrata. Importantissimo, anche se però parecchie aziende sono allarmate dalla possibile ricaduta che ciò ha sugli orari di lavoro dei dipendenti in una situazione già spesso al limite. Un aiuto arriva proprio da una struttura ad hoc qual è Baby Friendly Companies, dove più di 160 aziende forniscono servizi di aiuto e di assistenza in grado di accompagnare i dipendenti neogenitori. Il network ritaglia infatti sostegni e opportunità a misura di ogni impresa e di ogni tipologia di dipendenti per non disperdere talenti e «sostenere la conciliazione fra lavoro e maternità/paternità».

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