Last updated on Settembre 25th, 2020 at 01:41 am
Che cosa spinge una persona che non ha mai fatto politica, tutt’al più attività di volontariato e associazionismo, a giocarsi la faccia nelle elezioni regionali del 20 e 21 settembre? Cosa spinge in particolare una donna, mamma di tre, che si suppone abbia già sufficienti gatte da pelare fra scuola, attività pomeridiane, didattica a distanza o digitale integrata?
La domanda è nata leggendo alcuni nomi di persone già conosciute tramite altri, che si sono candidate nella propria città, e di conseguenza il desiderio e la curiosità di rispondervi. Così, abbiamo telefonato a due donne candidate nel fine settimana precedente agli ultimi giorni di campagna elettorale e questo è ciò che ci hanno raccontato.
Una di loro è Giuliana Tartaglia, abita a Macerata, nelle Marche, con i tre figli di 5, 15 e 18 anni. Il marito è spesso in viaggio per lavoro. Giuliana si presenta alle elezioni comunali.
Ti do del “tu”. Perché hai deciso di lanciarti in questa sfida?
Mi sono sempre interessata alla politica, intesa etimologicamente come gestione della polis e come passione per la realtà. Quando persone che conosco bene, di cui mi fido, che partecipano della vita vera di Macerata, mi hanno coinvolta, proponendomi di partecipare a questa avventura, non ho voluto dire no.
Quali sono i temi che più ti stanno a cuore e a cui pensi di dedicarti se ti sarà possibile?
Sono mamma, moglie, ho lavorato fino a pochi anni fa nel campo del recruiting. I temi che mi toccano sono quelli della famiglia naturale, dei princìpi non negoziabili, della protezione della vita. Nell’ultima decina di anni la mia città è cambiata profondamente. Molte questioni legate all’immigrazione, ma non solo, hanno peggiorato la qualità della vita di tante famiglie comuni. Non bisogna dimenticare che Macerata è purtroppo stata teatro della vicenda terribile dell’assassinio di Pamela Mastropietro. Lo spaccio di droga ha conquistato territori prima sicuri.
Si avverte insomma una sensazione palpabile di incertezza, di precarietà, che le famiglie faticano a gestire. Ecco, mi piacerebbe riuscire a intervenire per dare loro un sostegno maggiore
Ti candidi con la Lega, con l’aspirante sindaco Sandro Parcaroli. In altre realtà politiche hai avvertito sensibilità rispetto ai temi che ti stanno a cuore?
Sinceramente no. Mi pare che solo il Centro-destra tenga a promuovere certi valori, per esempio sui temi dell’ideologia gender e della legalizzazione degli stupefacenti, e dunque mi permetta di giocare anche la fede religiosa che mi anima nella realtà dei fatti.
Barbara Canova abita invece a Viareggio, in Toscana, come conferma il suo bell’accento. Anche Barbara ha marito e tre figli. Lavora nella scuola. Ha accettato di rispondere a domande analoghe.
Raccontaci (do del “tu” anche a te), per favore, perché hai deciso di presentarti alle elezioni che si terranno nei prossimi giorni.
È stata una cosa cui ho pensato molto. Provengo da lunghi anni di lavoro pre-politico nell’associazionismo pro-family e pro-life a Lucca e a Viareggio. Ho voluto accettare la proposta che mi hanno fatto le persone in lista con me, persone di cui mi fido, per iniziare davvero ad agire e a implicarmi in quello che Papa san Paolo VI (1897-1978) definiva l’ideale più alto di carità, cioè la politica. Per giocarmi davvero nella realtà senza stare alla finestra.
Quali sono i contenuti che intendi mettere sul tavolo, qualora ne avessi effettivamente la possibilità?
I temi cui tengo maggiormente sono quelli che mi interpellano personalmente, quindi soprattutto la difesa della famiglia e della vita. Poi amo molto la mia città e amo lo sport: ho praticato nuoto a livello agonistico e questo tema, in una città come Viareggio che non ha più, e sottolineo “più”, né una piscina decente né gli eventi sportivi che la vedevano protagonista, mi tocca molto. Sono convinta che lo sport protegga i giovani, insegni loro valori importanti, li tenga lontani da una visione edonistica e pericolosa con cui rischiano di sciupare le proprie vite.
Fai parte della lista della Lega e in Regione Toscana appoggi l’europarlamentare Susanna Ceccardi. In altre realtà politiche hai avvertito sensibilità rispetto ai temi che ti stanno a cuore?
No, per niente: sul territorio l’unica parte politica in cui potessi portare contenuti e dedizione è questa.
Nei giorni scorsi 50 associazioni e organismi di varia natura, fra cui anche “iFamNews”, hanno voluto offrire, attraverso una lettera aperta, il proprio contributo ai programmi dei candidati presidenti e consiglieri regionali sulla protezione e sulla tutela della vita, sulla lotta all’aborto e sul rispetto del fine vita.
Giuliana Tartaglia ha commentato così: «Da donna, cattolica, madre di tre figli impegnata per la prima volta in politica nella realtà della mia città, sostengo il contributo di 50 associazioni ai programmi di candidati presidenti e consiglieri regionali in quanto ritengo che la tutela e la valorizzazione della vita sia il fondamento di ogni società civile. Da ciò scaturisce il mio impegno in politica come servizio al Bene Comune e come servizio alla dignità della persona, sia essa un bambino, una donna in dolce attesa, un anziano o una persona con fragilità».
Anche Barbara Canova ha espresso un parere lucido in appoggio al comunicato: «Sottoscrivo in ogni aspetto il comunicato delle 50 associazioni e da toscana, trovandomi nella Regione nella quale purtroppo una delibera della giunta uscente, durante l’isolamento per la pandemia da Covid-19, ha fatto da pioniera alle linee guida del ministero della Salute sull’uso della pillola Ru486 a domicilio come se fosse una caramellina miracolosa che libera da un problema, rabbrividisco ed assolutamente mi oppongo a questa cultura di morte che assassina la vita nascente nel grembo materno».
“iFamNews” ringrazia le due candidate per aver messo a disposizione il proprio tempo per rispondere alla domanda di fondo da cui si è partiti: perché qualcuno decide di “spendersi”? Di faticare? Perché portare avanti una campagna elettorale tra il ferro da stiro e i compiti da correggere? Per difendere la vita, nulla di meno.
A intervista conclusa, “iFamNews” ha ricontattato le due candidate e ha proposto loro di sottoscrivere una nuova iniziativa: la petizione che chiede alla piattaforma Netflix di ritirare la pellicola Donne ai primi passi-Cuties, iper-sessualizzazione pornografica di bambine undicenni. Inutile dire che hanno aderito convinte. Anche di questo “iFamNews” le ringrazia di cuore.