Catholic Lives Matter

Lo scontro fra l’arcivescovo e il sindaco di San Francisco. Il CoViD-19 usato contro la religione

Mons. Salvatore Cordileone, arcivescovo di San Francisco

Last updated on Ottobre 13th, 2022 at 03:10 am

Negli ultimi mesi il sindaco Democratico di San Francisco, London Breed, ha imposto misure estremamente repressive nei confronti dei credenti e tentato di imbavagliare la Chiesa Cattolica, ma chi gli ha risposto per le rime è l’arcivescovo della città, mons. Salvatore Cordileone, resistendo con coraggio. Ora, dopo la lettera che il 25 settembre il ministero statunitense della Giustizia ha scritto al sindaco contro le decisioni eccessivamente restrittive adottate dal Comune, la cosa non potrà che finire in tribunale. Intanto ieri, alla recita del Rosario pubblico a celebrazione della vittoria della Cristianità nella battaglia di Lepanto (1571), sul piazzale della cattedrale di Santa Maria Assunta erano presenti migliaia di fedeli.

Mons. Cordileone – uno dei principali relatori al Congresso mondiale delle Famiglie svoltosi a Verona nel marzo 2019 e amico di lunga data del presidente dell’International l’Organization for the Family, Brian Brown, editore di “iFamNews” – è una punta di diamante della Chiesa Cattolica statunitense e la persecuzione di cui oggi è oggetto non è una novità.

Tutto inizia il 31 agosto, quando l’arcivescovo reclama la libertà di culto e il rispetto della libertà religiosa. Mons. Cordileone si era confrontato direttamente con l’amministrazione Democratica della città e aveva dimostrato, attraverso le prove scientifiche fornite da un team di esperti, che le possibilità di contagio e di trasmissione del CoViD-19 per chi partecipa a una Messa in una chiesa, nel rispetto delle linee guida diramate dalla Chiesa statunitense, sono pressoché nulle.

Ciononostante, l’amministrazione di San Francisco ha proseguito con le decisioni restrittive, vietando le celebrazioni. Allo stesso tempo consentiva però che la gente frequentasse i grandi magazzini Nordstrom, partecipasse alle proteste di Black Lives Matter, acquistasse marijuana nei negozi dedicati o frequentasse bar, enoteche e negozi di liquori. In città persino i saloni di massaggi erano stati riaperti da mesi.

Ora, la cattedrale potrebbe ospitare più di mille fedeli, eppure sino al mese scorso era vietato non solo partecipare alla Messa, ma persino pregare: per insindacabile ordine del sindaco le chiese dovevano infatti restare chiuse e le Messe si potevano celebrare solo all’aperto, alla presenza di 12 fedeli al massimo.  Cosa che mons. Cordileone ha prontamente fatto, organizzando quattro messe simultanee sulla piazza della cattedrale, ciascuna con 12 partecipanti. Contemporaneamente, una petizione sottoscritta da migliaia di persone chiedeva e chiede il rispetto della libertà religiosa e di culto nella città. «È compito della Chiesa decidere se le celebrazioni cristiane siano o meno essenziali alla vita dei fedeli!», ha quindi ripetuto ancora una volta, nelle settimane scorse, l’arcivescovo di San Francisco.

A fronte di ciò, il sindaco Breed ha aumentato a 50 il numero dei fedeli ammessi alle celebrazioni liturgiche, ma sempre e solo all’aperto. Mons. Cordileone ha dunque organizzato processioni eucaristiche in tutta la città e il 20 settembre la marcia dei fedeli si è diretta verso la United Nations Plaza, accanto al municipio. Dopo la manifestazione, i partecipanti sono confluiti verso la cattedrale, dove sono state celebrate numerose Messe all’aperto in inglese, spagnolo e cinese.

Nell’omelia, pronunciata dal presule sia in inglese sia in spagnolo, l’arcivescovo ha ribadito con forza la necessità di un pronto ripristino del diritto alla libertà religiosa e di culto sia per i fedeli sia per la Chiesa in quanto tale: «Per mesi ho supplicato la città a vostro nome, sostenendo il vostro bisogno di consolazione nella Messa e la consolazione che vi deriva dal praticare la vostra fede e dal legame con la vostra comunità di fede. Il Comune ci ha ignorato… Mi è apparso chiaro che non si preoccupano di voi… Abbiamo sopportato pazientemente un trattamento ingiusto abbastanza a lungo e ora è giunto il momento di unirci per testimoniare la nostra fede e il primato di Dio e dirlo al municipio: Basta così!… Solo a una persona alla volta è permesso in questa grande cattedrale di pregare? Che insulto! È una presa in giro. Ci prendono in giro, e peggio ancora, prendono in giro Dio» La dura reprimenda espressa al primo cittadino di San Francisco da parte del ministro della Giustizia parla del resto chiaro: «La pandemia da CoViD non è una eccezione alla Costituzione… né al Bill of Rights… e il Primo emendamento continua a proibire ogni limitazione alla libertà religiosa dei fedeli e delle Chiese». Il sindaco Democratico di San Francisco, insomma, sta infrangendo la legge fondamentale del Paese.

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