Celebrare la vita si deve. È cioè un dovere preciso e specifico dell’essere umano. Non esiste nient’altro che venga prima della vita e non può esistere null’altro se non c’è la vita. La vita è la condizione indispensabile di e per tutto il resto. Una banalità? Certo che sì. Voluta. Questo è infatti il tempo delle ripetizioni dell’ovvio. Questo è quel tempo perché viviamo tempi ultimi. E i tempi ultimi sono oggi e sempre: sono i tempi decisivi, quelli fondamentali, quei tempi, cioè, in cui si decide e in cui si fonda. Come sempre nella storia dell’uomo: fondare e conservare, difendere e ricostruire.
Non è inutile parlare di diritti dell’uomo senza partire dalla vita: è letteralmente fuorviante. Ci spinge a pensare che i diritti siano astratti, che si predichino in assoluto, anzi nel vuoto. No, i diritti sono tali perché sono della persona, e se anzitutto la persona non è viva, non esiste nulla di tutti i suoi attributi. Sì, un’altra ovvietà, ma è necessario ricordarlo ogni mattina a noi stessi, anzi ricordarcelo a ogni istante. Difendere la vita è la condizione esclusiva e unica attraverso cui passa tutto il resto.
Difendere la vita è dunque anzitutto una gioia e una festa. Oggi, domenica 7 febbraio, «Giornata per la vita», è quindi un giorno di festeggiamenti e di celebrazioni. Guardiamoci allo specchio, guardiamo negli occhi nostra moglie o nostro marito, guardiamo i nostri figli, guardiamo gli amici, i parenti, i vicini di casa, i passanti per la strada, la gente ritratta sui giornali, quella che scorre alla televisione, quella che ci raggiunge per radio, quella che sbuca dai social. Guardiamo ognuno di noi e di loro come il tesoro inestimabile che siamo e che sono. Ognuno di noi e di loro è un mondo infinito che tutta la nostra scienza non potrà mai esaurire e tutta la nostra intelligenza non saprà mai comprendere. Ed è questa una delle cose più belle. La persona come infinito e libertà perché anzitutto vita.
La vita è il segreto inestimabile dell’universo dalla notte dei tempi e lo sarà sino all’ultimo tramonto della storia.
La vita va cercata e custodita, amata e difesa, tutelata e garantita, sostenuta e voluta, abbracciata e baciata, data e accolta. Queste sono le Termopili, e da qui non si passa.
Viviamo un tempo, invece, in cui la vita è scartata. Da sempre l’uomo uccide l’uomo, certo. Ma solo da ieri l’altro la possibilità di ammazzare una vita umana indifesa ancora nel grembo della propria madre, negandole l’umanità e facendola a pezzi con ogni possibile crudeltà, è considerato segno di civiltà e di progresso, e il farlo un diritto inalienabile della persona che deve essere pagato da tutti. È invece proprio la vita il diritto inalienabile della persona e per affermarlo non ci stancheremo mai di batterci. Esistono ancora eroi nel nostro tempo? Eroi dell’ovvio, della normalità, della bellezza struggente e disarmante di ciò che semplicemente c’è?
Leggo, a caso, sul sito dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) una bêtise da antologia del meglio del peggio: «Il 45% di tutti gli aborti non sono sicuri». È davanti a prove dell’insipienza umana come queste che mi cascano le braccia e mi chiedo se certa gente, tipo appunto l’OMS, pensi che siamo davvero tutti stupidi. Il 100% di tutti gli aborti, dal primo all’ultimo, sono sempre non sicuri: uccidono una vittima innocente, come diamine potrebbero altrimenti? Eppure i sicari, per usare le laiche e sacrosante parole di Papa Francesco, non di un qualche estremista massimalista, non avvertono, avvolti nella propria arrogante sicumera come fosse un cappotto che calza a pennello, il minimo imbarazzo.
E allora noi sapete che facciamo? Torniamo a festeggiare. Oggi è il compleanno della vita, fate gli auguri. È la sua festa, e il bello di questa festa è che non ha mai termine, non finirà mai. Non è, infatti, che domani, conclusa la giornata canonica, la vita sia meno, la vita non valga, la vita sia negoziabile.
È proprio per ricordarci vicendevolmente questo, dunque, che stasera, quando le tenebre la faranno riverberare ancora di più, tenebre che non fanno paura a nessuno, illumineremo tutti assieme la vita che ci è stata donata e che conserviamo gelosamente accendendo una luce sulle nostre finestre e sui nostri balconi. La grande iniziativa di “iFamNews” è così facile da fare che è persino banale pensare che qualcuno non lo farà. Ricordati. Stasera. Alle 20:00. Puntuale. Ma abbracciamo con dolcezza pure tutti i ritardatari. La vita mi ha chiesto di dirvi, sentitamente, da parte sua, «Grazie».