Al di qua e al di là dell’Atlantico si rincorrono le informazioni che riguardano la fuga di notizie e soprattutto di documenti avvenuta dalla Corte Suprema federale degli Stati Uniti d’America, che, stando alla bozza diffusa ieri, intende annullare la famigerata sentenza del 1974 al termine del caso Roe vs. Wade, quella che ha reso l’aborto non illegale in tutto il Paese.
Nel frattempo, nella notte italiana il governatore dello Stato nordamericano dell’Oklahoma Kevin Stitt, Repubblicano, senza por tempo in mezzo ha firmato un disegno di legge sul modello della normativa del Texas, che consente anche ai privati cittadini di intraprendere un’azione civile contro enti, cliniche, persone che praticano l’aborto, dopo che la Camera, alla fine del mese scorso, aveva già approvato l’House Bill 4327.
L‘Oklahoma Heartbeat Act, o Senate Bill 1503, entra in vigore immediatamente e vieta l’aborto nel momento in cui il medico possa rilevare l’attività cardiaca del bambino nel grembo materno, cosa che grazie alla tecnologia attuale può avvenire già a sei settimane dall’inizio della gravidanza. Tale misura prevede alcune eccezioni in relazione a questioni mediche, ma non in caso di stupro o incesto.
«Sono orgoglioso di firmare questa legge, il SB 1503, l’Oklahoma Heartbeat Act», ha dichiarato il governatore Stitt nel tweet che lo ritrae al momento della firma. «Voglio che l’Oklahoma sia lo Stato più pro-life del Paese perché rappresento tutti e quattro i milioni di abitanti dell’Oklahoma che all’unanimità vogliono proteggere i nascituri».
Non importa sapere se il provvedimento fosse in calendario proprio per questa data, se sia stata una coincidenza o se Stitt abbia colto la palla al balzo e firmato subito, appena appresa la notizia sfuggita dalla Corte Suprema. Ma, insomma, ben fatto governatore!