Africa
Nel Continente nero i cristiani di ogni denominazione si oppongono fermamente ai tentativi di neocolonialismo ideologico.
In Nigeria i vescovi cattolici lamentano i favori che il governo riserva all’islamismo violento e lo stesso avviene nella Repubblica Democratica del Congo.
In Tanzania le Chiese evangelicali protestano contro la penetrazione sottile e pervicace di uno stile di vita “occidentale” che include anche l’aborto, mentre i vescovi di Kenya ed Etiopia denunciano, con un documento, l’invasività dell’ideologia gender.
Intanto l’ennesimo tentativo di alcune forze politiche presenti nel parlamento del Malawi per aprire la discussione sulla liberalizzazione dell’aborto ha ottenuto solo un nuovo rifiuto da parte della maggioranza.
Vita
Francia e Lettonia hanno, con modalità diverse, fermato la discussione che vorrebbe aprire all’introduzione dell’eutanasia.
I vescovi del Messico hanno ribadito con forza la primazia della difesa della vita umana sin dal concepimento.
Grande mobilitazione in Canada dei cittadini che si stanno rivolgendo direttamente ai parlamentari nazionali per chiedere l’abolizione della recente legge che amplia le maglie dell’eutanasia.
In Ecuador hanno ottenuti risultati elettorali ottimi candidati pro life e pro family.
Nel primo turno delle elezioni presidenziali svoltesi in Perù l’11 aprile, Keiko Fujimori, che si oppone con forza ad aborto e ideologia LGBT+, ha ottenuto un numero di suffragi utile a consentirle di disputare il ballottaggio di maggio.
LGBT+
In Svizzera, dopo l’approvazione del “matrimonio” omosessuale, cattolici ed evangelicali hanno raccolto firme in calce a una petizione popolare che chiede lo svolgimento di un referendum abrogativo.
Con la firma apposta dal presidente Vladimir Putin a una serie di emendamenti costituzionali la Russia ha formalmente vietato il “matrimonio” omosessuale.
Negli Stati Uniti d’America sono almeno 30 gli Stati in procinto di vietare, in forme diverse, i diktat del transgenderismo. Nel Regno Unito il governo ha vietato la cancellazione di espressioni ritenute scorrette dagli insegnamenti e dai dibattiti universitari. A sostegno di Downing Street, il primate anglicano, Justin Welby, ha coraggiosamente descritto la «cancel culture» un «parassita che erode la libertà».