Aborto, vietata la Comunione a Biden?

Lettera-gioiello di mons. Cordileone e un documento che la Conferenza episcopale USA sta preparando

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Last updated on Luglio 8th, 2021 at 05:53 am

Il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, è un mito. È già riuscito a inventare il cattolicesimo senza cattolicesimo. Il suo Papa definisce «sicario» chi elimina la vita nascente con l’aborto e il programma di Biden è tutto casa, chiesa e aborto; il suo Pontefice definisce l’ideologia gender «sbaglio della mente umana» e Biden ha transgenderizzato ogni mossa politica degli Stati Uniti.

C’è però agli atti un memorandum inviato dall’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinal Joseph Ratzinger, e reso pubblico nel luglio 2004, in cui sta scritto: «Vi può essere legittima diversità di opinioni anche tra i cattolici sul dichiarare guerra e sull’applicare la pena di morte, ma in nessun caso su aborto ed eutanasia». Quindi, «per quanto concerne il grave peccato di aborto o eutanasia, quando la cooperazione formale di una persona a esso diventa manifesta (cooperazione intesa, nel caso di un politico cattolico, come il suo impegno costante e il suo voto per leggi permissive su aborto ed eutanasia), il ministro di culto di quella persona dovrebbe incontrare questa persona, istruirla sull’insegnamento della Chiesa, informarla di non presentarsi a ricevere la santa Comunione finché non avrà posto fine alla situazione oggettiva di peccato e avvertirla che, in caso contrario, l’Eucaristia gli verrebbe negata».

Biden qualifies for that, come dicono alle sue latitudini con espressione non traducibile con pari disarmante icasticità quasi non volutamente ironica: il presidente del Paese più importante del mondo ha tutti i requisiti per incorrere in quel divieto clamoroso.

Negli Stati Uniti, dopo le critiche serrate e circostanziate mossegli del presidente della Conferenza episcopale cattolica, mons. José Horacio Gómez, dopo le molte voci levatesi giustamente indignate per lo scandalo che Biden dà a tutti ogni giorno, quel memorandum è tornato di grande attualità.

Tutto parte da un arcivescovo, mons. Salvatore Cordileone, titolare della diocesi di San Francisco, in California, autore di una lettera resa pubblica il 1° maggio. In ottemperanza alla “dottrina Ratzinger”, ovvero alla dottrina cattolica, accompagnando la grave decisione con cuore rattristato e grande carità pastorale, mons. Cordileone negherebbe e negherà la Comunione a tutti quegli uomini politici cattolici che sponsorizzassero pubblicamente l’aborto poiché quegli uomini politici cattolici sponsorizzerebbero l’esatto contrario di quel che significa essere cattolici. Non fa una grinza. Per inciso: la lettera di mons. Cordileone è una vera e propria summula di morale pubblica per cattolici impegnati in politica, alias per tutti i cattolici impegnati, alias per tutti, che andrebbe studiata, tradotta e diffusa, insomma una piccola grande perla.

Mons. Cordileone nota del resto con finezza e sagacia che la contrarietà all’aborto non è cosa cattolica e nemmeno cristiana, quindi conclude che, a maggior ragione, un  cristiano e un cattolico non possono confondersi con l’abortismo.

Nella lettera il presule non nomina giustamente alcun cattolico. Perché? Semplicemente perché chiunque sia cattolico e sia impegnato nella vita pubblica del proprio Paese e del mondo deve fare due più due.

Ora, come nota acutamente The Washington Post, fra i parrocchiani affidati alle cure pastorali di mons. Cordileone c’è anche la terza carica dello Stato americano, Nancy Pelosi, cattolica e filoabortista entusiasticamente dichiarata. Fondamentale. Ma poi la questione tira subito in ballo anche il presidente Biden e il suo vescovo a Washington, il cardinale Wilton Daniel Gregory, per il Biden che intende comunicarsi nella capitale federale, durante la settimana, oppure mons. William Edward Koenig, titolare della diocesi Wilmington, nel Delaware (entrato peraltro in carica di recente, il 30 aprile), dove sorge la chiesa St. Joseph on the Brandywine, quella che Biden frequenta solitamente la domenica.

Ebbene, i vescovi cattolici nordamericani si stanno interrogando. La Commissione dottrinale della Conferenza episcopale statunitense sta preparando un documento, che dovrebbe essere approvato in giugno, quando si svolgerà la prossima seduta plenaria dell’alto clero del Paese. I cattolici attendono con trepidazione, i bambini massacrati nel ventre delle proprie madri di più.

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