In America Latina, multinazionali dell’aborto e della dottrina LGBTI e i regimi marxisti-populisti spingono per legalizzare e promuove e l’aborto libero ed ideologia ‘gender e transgender’.
In Colombia, avanza l’aborto e nei giorni scorsi la associazione “Unidos por la Vida” ha fortemente criticato le nuove norme sull’aborto promosse dal neo governo socialista e progressista di Gustavo Petro, che consentiranno, tra l’altro, alle ragazze di 14 anni di sottoporsi all’aborto senza alcun consenso dei genitori. Nel comunicato di ‘Unidos por la Vida’ si fa riferimento alla Risoluzione 051 del Ministero della Salute colombiano, che regolamenta l’aborto nel sistema sanitario del Paese e si dice : “Ancora una volta il Ministero della Salute, guidato dal Ministro Carolina Corcho, infrange l’ordine giuridico regolando, attraverso una risoluzione, la sentenza della Corte Costituzionale: C-055 del 2022”. “È importante sottolineare che se non c’è una legge sull’aborto, non è possibile regolare la pena attraverso risoluzioni emanate dall’esecutivo, spetta invece al Congresso della Repubblica approvare una legge che regoli la sentenza e non al Ministero della Salute che invece, con una decisione amministrativa, vuole obbligare l’intero sistema sanitario a praticare aborti, stabilendo che le minori di 14 anni possono abortire senza il consenso dei genitori”. Attualmente, in Colombia, la legge prevede solo tre motivi per abortire: il rischio per la vita della madre, l’abuso sessuale o la malformazione del nascituro.
In Bolivia, altro regime autoritario marxista e populista, avanza la dottrina LGBTI e il nuovo progetto del curriculum scolastico, include argomenti sulla sessualità che sono “propri della famiglia”, che senza un contesto adeguato “producono solo confusione e disorientamento”. Questa la denuncia della Conferenza episcopale boliviana che ha definito “unilaterale” la proposta del governo per l’anno scolastico 2023 e ha criticato le “imposizioni ideologiche” nei contenuto, ad esempio dei contenuti dell’educazione sessuale completa, che sono presenti in tutti i piani e livelli, dalla scuola materna alla scuola secondaria. Questo viola il diritto e la responsabilità dei genitori “di educare i propri figli all’amore per la vita”, hanno affermato i Vescovi nella loro durissima nota pubblica .