L’ONU emargina i gruppi pro-life e pro-family

La prossima riunione della Commissione delle ONG sulle condizioni delle donne sarà preclusa a chi non si allinea ai diktat

Commission on the status of women

Image from UN Women

La Commissione delle ONG sulla condizione giuridica e sociale della sonna (ONG/CSW) ha respinto le richieste dei gruppi per il diritto alla vita e per la difesa della famniglia naturale di organizzare eventi collaterali durante il prossimo vertice.

In una lettera indirizzata a Sima Bahous, direttore esecutico di UN Women, più di 400 organizzazioni provenienti da Africa, Asia, Australia, America Centrale, Caraibi ed Europa hanno invitato i reponsabili delle Nazioni Unite «a garantire che organizzazioni come la nostra non siano discriminate nei dibattiti».

La lettera è stata inviata anche al Segretario generale delle Nazioni Unite, all’ufficio diplomatico responsabile della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne ed è stata ampiamente condivisa tra le delegazioni dell’ONU.

«È del tutto inaccettabile che un organismo delle Nazioni Unite o i suoi rappresentanti, quali per esempio il Commissione delle ONG per la CSW, cerchino di scavalcare e di mettere a tacere un intero settore della società civile», si legge nella lettera. «Le chiediamo di fare tutto ciò che è in suo potere per garantire che UN Women e il Commissione delle ONG per la CSW conservino la Commissione sullo status delle donne nella condizione di forum aperto al dibattito rispettoso e franco sulle questioni che più proccupano».

Alle organizzazioni i cui eventi sono stati rifiutati è stato infqatti detto che i valori di cui sono portatrici «non corrispondono» ai princìpi della Commissione delle ONG per la CSW senza però spiegare in cosa qui princìpi consistano . Gli statuti e i manuali ufficiali derlla commissione, infatti, non li definiscono e non stabiliscono condizioni per lo svolgimento di eventi.

Un intero mondo discriminato

La partecipazione delle organizzazioni non governative ai dibattiti delle Nazioni Unite è una costante sin dalla fondazione dell’Organizzazione stessa. In base ai regolamenti delle stesse Nazioni Unite, le ONG autorizzate a partecipare ai dibattiti possono essere bloccate solo in casi estremi di attacchi politici agli Stati membri e di collegamenti di queste con attività criminali .

Il Commissione delle ONG per la CSW aiuta a coordinare e a organizzare gli eventi sche si svolgono collateralmente alla conferenza intergovernativa nella sede delle Nazioni Unite. Gli eventi organizzati e ospitati dalla Commissione sono parte dei lavori della conferenza ufficiale stessa dell’ONU e vi partecipano sia delegati dei governi sia rappresentanti delle ONG. Negli ultimi due anni, gli eventi legati alla conferenza annuale delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne si sono tenuti in forma virtuale a causa della pandemia di CoViD-19.

Come al solito la longa manus di Soros

Per molto tempo la Commissione delle ONG sulla condizione delle donne è stata un confronto fra opinioni, comprese quelle delle organizzazioni a favore di vita e famiglia, ma megli ultimi anni il vento è cambiato, discriminando in modo esplicitamente selettivo.

Il rifiuto di ammettere gruppi pro-life e e a difesa della famiglia non è infatti un evento isolato. IlAnche il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione le ha escluse dal vertice di Nairobi nel 2019.

I gruppi progressisti, compresi i gruppi legati alla Open Society Foundation del magnate George Soros, chiedono del rtesto apertamente che tali organizzazioni venegano bandite completamente dai dibattiti delle Nazioni Unite e che il loro status ECOSOC sia revocato, etichettandole come «anti-diritti». Una coalizione di gruppi a favore dell’aborto e dei “diritti” LGBT+ ha rilanciato questi appelli il mese scorso, durante una consultazione con organizzazioni non governative sulla possibilità di una loro partecipazione alla conferenza annuale delle Nazioni Unite sulle donne, organizzata dalle Missioni permanenti di Danimarca e Costa Rica.

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