«Questa è guerra»: Polonia sotto assedio

Assalto alle chiese nel silenzio dell'Europa. Ma volenterosi cittadini polacchi oppongono resistenza

Czestochowa - Image from Twitter

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Mentre un’Europa ignava e spaurita si volta altrove, uno Stato membro dell’Unione Europea, la Polonia, è sotto l’attacco di orde di facinorosi. Obiettivo del fiele sovversivo è la Chiesa Cattolica, ritenuta complice della sentenza della Corte costituzionale che ha bandito l’aborto anche in caso di malformazione del feto. Martedì “iFamNews” ha dato conto degli assalti ai luoghi di culto che si sono consumati domenica scorsa, con tanto di Messe interrotte e scritte, cori, cartelli all’insegna della blasfemia. Ma gli attacchi stanno proseguendo incessantemente da giorni.

Liquidare questi fatti come innocue manifestazioni di dissenso sarebbe una omissione grave. La campagna oramai travalica il tema specifico della sentenza, e si conforma piuttosto come un tentativo di colpire a morte le radici culturali e spirituali, nonché le istituzioni del Paese. Esageriamo? Niente affatto.

Un rapporto dei servizi segreti tedeschi rivelava, già l’estate scorsa, gli intenti eversivi della Sinistra estrema polacca. E oggi sono gli stessi propugnatori di questa campagna violenta a rivendicarne la finalità. Uno degli hashtag che stanno rilanciando su Twitter è #ToJestWojna, ovvero «Questa è guerra». La plastica rappresentazione del nefasto proposito la sta offrendo ora la città di Częstochowa, congestionata da un interminabile fiume di manifestanti diretto – secondo fonti locali – al santuario di Jasna Góra, dove è custodita l’immagine della Madonna Nera, simbolo della devozione polacca ed europea. È qui che si dirigono, con fare belligerante, i nemici della cattolicità di ogni epoca: il volto della Madonna ne porta i segni, sfregiato da un colpo d’ascia nel 1430.

La Santa Vergine ne ha visti sfilare tanti di nemici. Ma ha sistematicamente visto esaurirsi le loro mire al cospetto della sua grandezza. Accadrà anche stavolta. Per quanto copiose siano le orde dei nemici, ferma e risoluta è anche la risposta del popolo cristiano, che si pronuncia con le preghiere e si materializza con la difesa fisica degli edifici sacri. Parrocchiani, gruppi organizzati del tifo calcistico, militanti di partiti conservatori e nazionalisti, semplici cittadini si sono stretti attorno alle chiese, a Jasna Góra e in tutta la Polonia, per impedirne l’assalto. Il loro impegno è provvidenziale. L’ignavia dell’Europa inaccettabile.

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