“Matrimonio” LGBT+, rivoluzione svizzera

Domani la Svizzera è chiamata al voto per un referendum decisivo. Ci sono ancora, là sulle Alpi, laici veri?

Referendum "matrimonio" LGBT+ Svizzera 26-09-2021

Last updated on Ottobre 1st, 2021 at 04:53 am

Domani, domenica 26 settembre, nello stesso giorno in cui a San Marino si gioca la vita di tanti, tantissimi bambini innocenti nel referendum che potrebbe legalizzare una delle leggi abortiste più truci del mondo, cancellare l’obiezione di coscienza e travolgere uno degli ultimi baluardi della difesa piena della vita umana nascente, in un altro angolo di Europa, in un’altra terra dall’antiche libertà, la Svizzera, si celebrerà un ennesimo referendum per decidere se introdurre il “matrimonio” LGBT+. Ovvero per cercare di inserire nell’ordinamento giuridico del Paese alpino l’equiparazione fra il matrimonio tra un uomo e una donna e un’unione more uxorio – ma evidentemente detto solo per analogia vaghissima e con molta, molta approssimazione – fra coppie di persone dello stesso sesso.

Lo abbiamo scritto diverse volte e lo ribadiamo. La prima violenza qui è quella contro la ragione e il linguaggio. Da che è nato l’essere umano è comunicazione: immaginazione, segno, simbolo, rappresentazione. Ma è un sofisma tossico credere che la comunicazione sia qualsiasi comunicazione. La comunicazione è solo comunicazione di realtà, cioè di verità. Altrimenti è un inganno, travestito, vestito anche bene, ma pur sempre un inganno volgare. Dire «gli asini volano» non è libertà di espressione: è una bugia palese. Cioè la trasmissione di un contenuto che non si dà in re e in intellectu, ovvero prima non-comunicazione, subito dopo anti-comunicazione.

Ma se l’uomo è essenzialmente comunicazione, comunicare il nulla, ovvero anti-comunicare, annichilisce l’uomo. Comunicare il falso avvelena l’animo umano, in dosi letali sempre crescenti fino a stenderlo esanime a terra.

Perché la comunicazione è tradurre, meglio traducere, tra-ducere, portare da A a B il pensiero e il pensiero è solo pensiero di realtà. Esistono sì anche le chimere, ma sono solo patchwork onirici fatti cucendo assieme pezzi di realtà esistenti asportati dal contesto e ricostruiti come membra disiecta alla Frankenstein.

Il pensiero è pensiero di realtà, cioè di verità, ed è il contenuto della comunicazione che fa l’uomo. Dire il falso è anti-umano e uccide.

Dire che l’essere umano innocente, che cresce nel grembo della propria madre come un essere unico e irripetibile dal momento stesso in cui la cellula uomo femmina incontra il suo sposo maschio nella casa-chiesa-scuola-fortezza del mistero della vita, dire che quell’essere umano è un «grumo di cellule», è un ostacolo alla carriera, è una gravidanza indesiderata è una bugia che uccide. Dire che due persone dello stesso sesso contraggono la stessa unione sacrale di un uomo e di una donna, unione carica pure di tutto il suo portato sociale, culturale, persino economico e politico, è una bugia che uccide. Uccide la comunicazione e avvelena l’animo umano.

Subito dopo viene però, puntuale come se stessa, anche la morte fisica. L’aborto uccide. Secondo un laico come il pontefice della Chiesa Cattolica l’aborto è un «omicidio», roba da «sicari». Laico, Papa Francesco, perché usa le stesse parole di un intellettuale laico (e omosessuale) come Pier Paolo Pasolini (1922-1975): «Sono […] traumatizzato dalla legalizzazione dell’aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell’omicidio. […] Che la vita è sacra è ovvio: è un principio più forte ancora che ogni principio della democrazia, ed è inutile ripeterlo».

Quanto all’unione fra due persone dello stesso sesso, il medesimo leader mondiale laico definisce ciò su cui esso si fonda, cioè la teoria gender, uno «[…] sbaglio della mente umana» e il suo predecessore, laico come lui, descrive – nell’Introduzione al proprio libro La vera Europa. Identità e missione (prefazione di Papa Francesco, Cantagalli, Siena 2021) – la sua legalizzazione «[…] una deformazione della coscienza», giacché «[…] il concetto di “matrimonio omosessuale” è in contraddizione con tutte le culture dell’umanità che si sono succedute sino a oggi, e significa dunque una rivoluzione culturale che si contrappone a tutta la tradizione dell’umanità sino a oggi».

Occorre essere laici fino in fondo e con la schiena dirittissima per comunicare la verità della realtà su vita e famiglia con questa limpidezza. E dove sono allora i laici veri a San Marino e in Svizzera? Vogliono per caso confondersi con chi mira a costruire architetture sociali nuove fondate sull’anti-comunicazione di una rivoluzione tale da essere il contrario stesso di ciò che l’umanità è stata e ha affermato sino a oggi?

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