#LiberiDiEducare2: martedì flash mob

Anche “iFamNews” in campo per la parità scolastica

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Last updated on Gennaio 1st, 2021 at 04:58 am

Un flash mob che concluderà un anno molto importante per la libertà educativa. Inizialmente programmata a piazza Montecitorio, a Roma, la manifestazione #LiberiDiEducare2 si terrà, come previsto, martedì 29 dicembre, alle 12:00, in presenza, con una simbolica rappresentanza di sostegno ai parlamentari impegnati per i diritti della famiglia, e poi alle 18:00 in diretta Facebook sulla pagina di «Non si tocca la famiglia».

Tra le settanta realtà che hanno aderito all’iniziativa vi sono «Non si tocca la Famiglia» (promotrice della manifestazione), USMI-CISM, l’Associazione Family Day, Pro Vita & Famiglia, AGESC Milano, l’associazione Nonni 2.0, l’osservatorio sull’attività parlamentare Vera Lex?, l’associazione Articolo 26, Steadfast Onlus, CitizenGo e noi di “iFamNews”.

Come spiega Giusy D’Amico, presidente di «Non si Tocca la Famiglia», #LiberiDiEducare2 è una «maratona permanente per la famiglia e per la libertà educativa che rimarrà attiva fino al raggiungimento dell’obiettivo sulla parità scolastica».

Infatti, nonostante la Legge 62/2000 abbia sancito formalmente la parità scolastica nell’ordinamento italiano, questo principio non è di fatto mai stato applicato. Persiste quindi una forte discriminazione nella possibilità di scelta della scuola per i propri figli, cosicché finisce che soltanto le famiglie più ricche possono permettersi le scuole migliori. «Rispetto al resto d’Europa, in fatto di parità scolastica siamo indietro vent’anni», lamenta la D’Amico.

Nel corso di questo soffertissimo 2020 si è seminato molto e si è raccolto altrettanto. A uscire stremato dal CoViD-19 è stato, più degli altri, il settore educativo, eppure i risultati non sono mancati.

Dal webinar di marzo, con associazioni e parlamentari a confronto, si è arrivati al flash mob di giugno, il cui frutto principale è stato il raddoppio dei 150 milioni di euro inizialmente destinati dal governo alle scuole paritarie, che dunque sono ora 300.

Pochi giorni prima di Natale è stato poi tagliato un traguardo importante ulteriore, con i 70 milioni di euro per i docenti di sostegno delle paritarie. «Sotto questo aspetto», prosegue la presidente di «Non si Tocca la Famiglia», «erano discriminate in modo particolare le famiglie degli studenti disabili, che si erano viste private del diritto all’istruzione. Così come esiste un diritto alla salute, esisterebbe anche un diritto all’istruzione, ma ci è stato negato. È chiaro che questi sono passi in avanti, ma è chiaro anche che non sono nemmeno “briciole”, se si pensa che, fino a marzo, il tema della libertà educativa era solo di nicchia».

Le montagne da scalare per la libertà educativa sono insomma ancora molte, a partire dal pregiudizio ideologico di alcune forze politiche, Movimento 5 Stelle in primis. Ciononostante, come osserva la D’Amico, c’è la percezione che «per la prima volta nell’agenda di governo sia entrato un tema caldissimo. Grazie alla trasversalità politica che si è creata tante realtà associative si sono mosse a favore della libertà educativa, sensibilizzando l’opinione pubblica».

Continua intanto il photopressing parlamentare lanciato il 12 dicembre da «Non Si Tocca la Famiglia»: entro domani, 28 dicembre, si possono mandare foto-appello con l’hashtag #LiberiDiEducare2 all’indirizzo e-mail info@nonsitoccalafamiglia.org. Le immagini saranno inoltrate ogni giorno in tempo reale ai parlamentari coinvolti nei lavori per il bilancio, fino al 30 dicembre.

«Siamo certi che, attraverso le migliaia di foto che stanno arrivando ai parlamentari, sarà possibile dare risalto alla maratona permanente per la famiglia», dice la D’Amico. «Durante il flash mob virtuale, ogni rappresentante delle associazioni aderenti alla rete #LiberiDiEducare2 esprimerà apprezzamento per i traguardi raggiunti, pur nella consapevolezza che c’è ancora molto da fare. Si tratta comunque di segnali chiari, per un tema che, fino a un anno fa, era sconosciuto o quantomeno ritenuto di importanza secondaria, a differenza di quanto avviene oggi».

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