Fino ad ora, circa duecento scuole italiane hanno adottato in modo discreto e senza alcuna autorizzazione ministeriale un nuovo regolamento che consente agli studenti di intraprendere la cosiddetta “carriera alias”. Gli alunni che desidererano, anche se minorenni e senza il permesso dei genitori, saranno in grado di cambiare il loro nome. Le scuole italiane scelgono di aderire al politically correct e di introdurre le “carriere alias”.
Il Liceo delle arti di Trento e Rovereto era il primo istituto dove il Consiglio studentesco istituì l’adozione di una procedura “atta a garantire la tutela degli studenti e delle studentesse che abbiano intrapreso il percorso di riattribuzione di genere, prevedendo la possibile attivazione — su istanza del soggetto interessato — di una carriera alias” e prevede di “garantire ai ragazzi in transizione la possibilità di vivere in un ambiente di studio sereno, attento alla privacy e alla dignità dell’individuo”.
La carriera alias non ha alcuna valenza per lo Stato che significa che lo studente per sostenere un esame dovrà presentarsi con il suo nome di battesimo, anche se nel registro elettronico risulta con il nuovo nome. Nella provincia di Roma ci sono ventotto scuole attive, il Lazio nel suo territorio ha ben trentasei scuole gender free, ma la regione della Valle d’Aosta è l’unica che al momento resiste alla follia gender.
Come riferisce Il Giornale.it sulla protesta dei genitori “nelle ultime ore questo dato è diventato pubblico scatenando un’indignazione generale. Sui social, diventati ormai teatro quotidiano di scontri su questi districati temi, c’è chi vede le carriere alias come un pericolo, soprattutto nelle scuole. “Con le famose carriere alias volute dalla sinistra – commenta una donna su Facebook – un maschietto può fingere di sentirsi una ragazza e quindi utilizzare gli spogliatoi e i bagni delle femmine. Qualcuno, come succede spesso in America, potrebbe non fermarsi soltanto a guardarle ma potrebbe anche violentarle, sarebbe un bene evitare questi spiacevoli episodi nel nostro Paese”. Anche i genitori di alcuni studenti sono contro questa pratica. Sembra infatti che nutriti gruppi di genitori abbiano chiesto l’abolizione delle carriere alias nelle scuole.”