Pubblichiamo il comunicato stampa del presidente dell’Asociazione Family DAY, Massimo Gandolfini, sull’approvazione da parte della Camera dei deputati della proposta di legge che persegue chi commette all’estero la barbara pratica dell’utero in affitto:
“Il plauso del Family Day va ai deputati della maggioranza e di Azione e Italia Viva che hanno approvato in prima lettura la proposta di legge che mira a rendere perseguibile anche all’estero il reato di utero in affitto. Il nostro sostegno, come quello di milioni di italiani, va ora ai membri del Senato che esamineranno il testo per l’approvazione definitiva e che prevede che le pene stabilite dalla legge n.40 del 19 febbraio 2004 si applichino “anche se il fatto è commesso all’estero’”.
“La Camera ha compiuto un passo storico nella direzione della piena tutela dei diritti umani. Bisogna infatti riconoscere, una volta per tutte, che i figli non si comprano e nemmeno si regalano, che negli ordinamenti non esiste alcun ‘diritto al figlio’, che il primo diritto di ogni essere umano è quello di non essere oggetto di mercimonio e non essere strappato dal seno materno un minuto dopo la nascita. La maternità va tutelata e promossa e mai accostata a leggi di mercato che mercificano l’utero, i gameti e la gravidanza. Pratiche che presentano persino derive eugenetiche, dal momento che questo turpe mercato permette anche di scegliere le caratteristiche somatiche del bambino e impone aborti alle donne che prestano l’utero qualora il nascituro non soddisfi le caratteristiche dei committenti”, prosegue Gandolfini.
“Da neuropsichiatra posso inoltre confermare che la madre e il nascituro hanno uno scambio di interdipendenza emotiva e biologica per nove mesi, spezzarlo in nome del desiderio di qualcuno e del guadagno di altri è una barbarie che mette a repentaglio la salute delle donne e dei bambini. Per tutti questi motivi, bisogna additare l’ipocrisia di quella cultura progressista che parla di “gesto altruistico”, mettendo in scena il più grande atto di ipocrisia e di mistificazione ideologica che si sia mai visto in politica.
Il sostegno a questa legge espresso da molti gruppi di femministe e di laici dimostra che non si tratta di una battaglia confessionale ma di una misura di civiltà, condivisa da molti altri paesi del mondo, non ultimo l’India, che ha messo al bando questa pratica dopo averne toccato con mano gli effetti più disastrosi. La missione del Family Day non sarà mai conclusa finché le parole mercato e gravidanza saranno completamente separate in tutto il mondo”.